La partita di ieri ha evidenziato come il gioco della Roma si sviluppi prevalentemente sulle fasce, almeno quando le squadre avversarie si chiudono a riccio e ripartono (a giudicare da Roma- Milan tutte, rossoneri compresi). In queste situazioni l’unica soluzione che ha a disposizione una squadra è quella di allargare il gioco, di andare sulle fasce per allungare la squadra avversaria. E purtroppo, mi dispiace dirlo, la Roma sulle fasce non ci va mai.
O meglio, ci arriva ma non punge e non crea occasioni pericolose. Purtroppo questo modulo prevede due giocatori larghi, uno a destra e l’altro a sinistra, che devono avere la capacità di difendere, crossare e ripartire. Il modulo è similare a quello del Napoli, 3-5-2, quando attacca con Maggio a destra e Dossena a sinistra. Le azioni più pericolose arrivano proprio dai lati per la capacità di questi due giocatori di inserirsi e di mettere in mezzo ottimi cross arrivando sul fondo. Inutile aggiungere che poi davanti hanno Cavani.
La Roma, al contrario, a sinistra presenta Jose Angel, un buon prospetto di giocatore ma, attualmente, poco adatto a fare tutta la fascia da solo sia per carenze strutturali (troppo mingherlino), sia per carenze tecniche (non riesce mai ad arrivare sul fondo). A destra c’è il vuoto più completo: Cassetti è un terzino vecchio stampo, non avrà mai il passo per fare tutta la fascia e non ha le capacità tecniche per inserirsi con regolarità. Lo stesso discorso vale per Rosi, acerbo e mai all’altezza, e Cicinho (ormai sparito).
Il fulcro del gioco della Roma, che piaccia o no, deve partire necessariamente da due terzini (o ali, chiamatele come volete voi) molto forti fisicamente e soprattutto molto tecnici e con capacità di inserimento sopra la media. Nel Napoli e nell’Udinese, unico esempio di squadre che giocano cosi, quando mancano Maggio per i partenopei ed Isla ai friulani (come la scorsa settimana) sono dolori. La Roma del 2001, quando attaccava con un modulo speculare, aveva Cafù e Candela: il migliore terzino destro ed il migliore terzino sinistro di tutto il campionato italiano.
Non si possono improvvisare situazioni di gioco, gli schemi verranno anche assorbiti e la Roma giocherà più fluida ma se si vuole giocare con questo modulo ed in questo modo bisognerà avere a tutti i costi due giocatori di fascia all’altezza. Ancor più grave che, esclusi i terzini, la Roma dalla cintola in su non ha nemmeno un’ala. Borini non lo è, Bojan neanche e Borriello ed Osvaldo meno che mai. Stesso discorso per Lamela. Quando le squadre giocano chiuse servono giocatori capaci di creare superiorità numerica. Meglio ancora se sulle fasce. Per ora, senza calciatori con quelle caratteristiche, la Roma sarà spesso e volentieri destinata a soffrire.