Rassegna Stampa – Leggo – «Pronta a lasciare la Lega». La reazione a caldo della Sensi nel post Lazio-Inter stava portando il presidente giallorosso a lasciare la vicepresidenza di Lega, ruolo che ricopre dal 2006. Poi la riunione in tarda mattinata con Montali e Pradè e la scelta di aspettare l’esito di una possibile inchiesta federale prima di prendere decisioni eclatanti. A meno di 24 ore dallo sdegno per la (non) prestazione della Lazio contro l’Inter, la Roma decide infatti di concentrarsi sulle ultime due giornate di campionato e soprattutto sulla finale di Coppa Italia di domani sera che vedrà nuovamente di fronte i giallorossi e i nerazzurri di Mourinho.
La rabbia della Roma però è solo coperta da un velo leggero di presunta quiete ed emerge a tinte forti sul campo di Trigoria. Claudio Ranieri, insieme a Montali, Pradè e Conti, ha tenuto a rapporto per 30 minuti la squadra. «Non pensiamo a domenica sera. Facciamo capire all’Inter che contro di noi sarà una partita vera. Facciamo vedere che siamo più forti», ha tuonato negli spogliatoi il tecnico giallorosso ad una squadra scossa dal nuovo controsorpasso nerazzurro e amareggiata per il comportamento dei giocatori laziali. Anche Montali ha puntato sull’orgoglio dei giocatori giallorossi, invitandoli a dare «una lezione di stile».
Il coordinatore giallorosso è intervenuto anche sul comunicato di Lotito: «Le minacce al presidente laziale rappresentano un precedente allarmante. Bisogna cambiare la cultura di questo Paese. Dobbiamo bandire da questo mondo l’odio così forte verso l’avversario, ma per farlo ci vuole la volontà da parte di tutti. Clima di violenza generato dalla vittoria nel derby? La Roma ha dimostrato in questo campionato di essere un esempio di lealtà sportiva. Il gesto di Totti rientra nello sfottò del derby ed è stato fatto verso la sua curva».
Chi non ha digerito quanto successo domenica sera all’Olimpico è Daniele De Rossi. Il vicecapitano della Roma ha preferito evitare commenti: «Lasciatemi perdere, non voglio parlare…». Il più sorpreso è il norvegese Riise, non abituato a certi atteggiamenti: «In Inghilterra non vedrete mai una cosa simile. Sinceramente non mi era mai capitato di assistere a una partita del genere con i tifosi a incitare l’altra squadra». Per Cerci si è trattata di «una partita dopata», mentre Philippe Mexes scuote la testa e sbuffa: «Me lo aspettavo». Il brasiliano Juan prova invece a voltare pagina: «Non mi interessa parlare della Lazio. Quello che posso dire è che non molleremo fino all’ultimo minuto». Sdegno e rabbia arrivano anche dai tifosi giallorossi che domani all’Olimpico esporranno diversi striscioni con la scritta: “Vergogna”.