Rassegna Stampa – Il Romanista – Bando alle ipocrisie. Altro che tifare per le squadre italiane, stasera (ore 20.45 Rai 1, Mediaset Premium e Sky) i romanisti si sentiranno tutti un po’ catalani e proveranno a spingere il Barcellona verso la “remuntada”. Perché? Per tanti motivi. Per la rivalità sportiva, per un possibile contraccolpo sul campionato della eventuale eliminazione dei nerazzurri, per un modo di intendere il calcio più affine ai blaugrana. Quella voglia di vincere facendo un gol più degli altri dando spettacolo, piuttosto che subirne uno di meno. Uno spirito che è tutto nelle parole del presidente La Porta: «Non mi importa se segna Eto’o, basta che ci qualifichiamo». Come a dire che Guardiola non sta pensando di vincere 2-0 (risultato che basterebbe visto il 3-1 dell’andata), ma ne vuole fare addirittura 4 a Mourinho. «Con tutto il rispetto – ha detto il tecnico dei campioni d’Europa – non importa l’Inter, non importa l’allenatore né i suoi giocatori. Importa solo il Barcellona, dobbiamo essere noi stessi». L’esatto contrario dell’Inter, che invece sembra pensare solo agli avversari. A cominciare da Thiago Motta, che è tornato sulla battuta (nulla più) di Pique («questa semifinale farà rimpiangere ai giocatori interisti di essere calciatori») rispondendo in maniera polemica: «Siamo abituati a vedere giocatori del Barça che si buttano molto. Dobbiamo tutti aiutare l’arbitro, spero che non saremo solo noi, ma che anche il Barcellona aiuti». E quando si parla di polemiche non può mancare l’intervento di Mourinho, che questa volta se l’è presa con le iniziative del club catalano per coinvolgere i propri tifosi: «Mi sorprende tutta questa storia. Qual è il problema per la miglior squadra del mondo rimontare da 3-1? Non c’è problema, non bisogna fare la guerra, non c’è dramma, ma è una cosa assolutamente alla portata del Barcellona». E ancora: «Per l’Inter la finale è un sogno, per loro è un’ossessione chiamata Madrid e Santiago Bernabeu. Il sogno è più puro di un’ossessione». La pensa diversamente Johan Cruyff che ha snobbato il portoghese: «E’ bravo, ma non mi piace il modo in cui allena. Penso che questo sport sia qualcosa di più che inseguire solo la vittoria. Sono un grande estimatore di colleghi come Frank Riijkaard e Pep Guardiola, un vero gentiluomo». Clima incandescente, dunque, per una sfida dai mille protagonisti. Come i fratelli Milito, Diego contro Gaby, quasi sicuro titolare in difesa vista la squalifica di Puyol. E poi i grandi ex, Ibrahimovic da un a parte ed Eto’o dall’altra. Ci sarà Snejider che ha recuperato a tempo di record dallo stiramento alla coscia accusato contro l’Atalanta. E ci sarà il più atteso di tutti: Lionel Messi. Che avrà una voglia da matti di riscattare la prestazione “normale” dell’andata. Tanto più che “la pulce” non segna da quattro partite, roba che fa notizia per un marziano come lui. Il Camp Nou lo aspetta, i romanisti pure