Che il nostro bel paese stia progressivamente invecchiando lo avevamo capito da tempo, lo dimostrano i dati dell’ultimo censo 2011 e quelli rilasciati dal 2º Rapporto sulla coesione sociale. L’Italia è il paese più vecchio del mondo, un paese di poco più di 60 milioni di abitanti, dove troviamo che gli over 65 sono il 20,3% della popolazione. Su ogni 100 giovani ci sono 144,5 anziani, rapporto che nel 2050 diventerà, secondo le previsioni, 256:100. Gli italiani si sposano di meno e più tardi con l’età, per la maggior parte dopo i 30 anni (33,1 anni per gli uomini e 30,1 anni per le donne), il numero medio di figli per donna è 1,41, 2,23 per le straniere e 1,31 per le italiane, inoltre nel 2010 un bambino su quattro è nato al di fuori del matrimonio, il doppio rispetto a dieci anni prima. Una realtà della quale dobbiamo farci una ragione, visto e considerato che rispecchia la nostra vita quotidiana e le perplessità della nostra società.
Il calcio si conferma specchio fedele di questa società e i risultati di uno studio effettuato sui 12400 calciatori che giocano nella massima serie dei 33 campionati nazionali europei dicono che l’Italia è il secondo più vecchio campionato continentale, dietro solo a quello cipriota.
L’età media europea per giocatore è di 25,82 anni, ben più bassa di quella che registra la nostra Serie A che si attesta a 27,54; un dato mortificante per il nostro paese che non sembra più in grado di sfornare giovani campioni come avveniva nel recente passato, soprattutto per la mancanza di investimenti nei vivai che storicamente hanno sempre costituito una riserva tecnica preziosa per le società, ma che con l’invasione di stranieri che hanno colonizzato il nostro campionato sembrano davvero entrati in crisi.
Per quanto riguarda i club-trained player, giocatori tra i 15 e i 21 anni che dopo aver iniziato nelle giovanili di un club hanno poi giocato in prima squadra per almeno tre anni; se in Europa la media è del 22,2% l’Italia è ultima in classifia con il 7,4%; se poi si prendono in considerazione solo i maggiori campionati europei la Spagna si aggiudica il primato di questa lusinghiera classifica attestandosi al 24,7% (con le compagini basche a fare la parte del leone -Real Sociedad 62,5%, Athletic Bilbao 54%, Santander 44%- con il Barcellona dei miracoli quarto col 42,9% di giocatori della prima squadra che arriva dal vivaio catalano). In Francia sono il 22,9% in Inghilterra il 16,2%, in Germania il 16%. Club come Lazio, Novara, Genoa, Palermo, Udinese, Chievo non hanno in rosa nemmeno un giocatore che abbia mosso i primi passi nei rispettivi vivai. Catania, Napoli e Siena ne hanno appena uno.
Delle oltre 500 squadre prese in esame il Milan è la squadra più vecchia del continente con i suoi 30 anni di media seguita a pari merito da Lazio e Apoel Nicosia, l’Inter è in decima posizione e il Napoli in dodicesima con 28,76 anni per giocatore, un dato davvero sconfortante se paragonato per esempio a Barcellona e Manchester Utd che hanno trionfato in tre delle ultime quattro edizioni della Champions League; i catalani si fermano a 25,22 anni per giocatore contro i 25,58 degli inglesi.
I risultati sono davanti agli occhi di tutti, il calcio Italiano sta invecchiando alla pari della società italiana. Le cause sono note a tutti.
Stadi antiquati che rappresentano una vera e propria vergogna, perchè costringono i tifosi ad assistere a uno spettacolo come il calcio in condizioni inguardabili.
Senza dimenticare che acquistare un biglietto è diventata una faccenda complicata. Ogni città ha regole sue, ogni partita ha limitazioni in certi casi insormontabili. Casms, Osservatorio, Tessera del tifoso, Questure e Prefetture fanno a gara per scoraggiare i tifosi. Molti, alla fine, lasciano perdere e se ne restano a casa.
È necesaria una vera e propria rivoluzione, che dia spazio ai giovani e che ringiovanisca il nostro calcio per far si che non continui ad invecchiare in tutti i sensi.
In Italia qualcuno ci crede davvero, ed è la Roma che dall’estate scorsa ha iniziato una vera e propria rivoluzione culturale, che porteranno la società giallorossa tra le prime realtà del calcio europeo e mondiale.
Sono già 45 i milioni spesi per acquistare giocatori under 21 tra questi: Borini, Lamela, Pjanic, Bojan, Jose Angel, Nico Lopez, Loic Nego e Jonathan Ferrante. Giocatori giovani che hanno tanta qualità e un grande futuro davanti a se.
Il settore giovanile della A.S. Roma e tra i più proliferi di tutta Italia, basta ricordare che la primavera giallorossa è Campione D’Italia in carica, si trova in finale di Coppa Italia, la stessa competizione che aveva perso la scorsa stagione contro la Fiorentina e ha ragiunto la finale del Torneo di Viareggio 2012, persa contro la Juventus ma uscendone a testa alta.
Tanti sono i giocatori del vivaio giallorosso che stanno facendo benissimo sia nella primavera cosi come in altre squadre che fanno parte del palcoscenico calcistico italiano, tra i quali possiamo nominare: Florenzi, Crescenzi, Caprari, Viviani, Verre, Atnei, Piscitella e tanti altri. Molti di questi hanno già giocato in prima squadra oppure sono titolari in altre squadre dove si trovano in prestito.
AVVICINAMENTO DEI PROPRI TIFOSI: grazie ad alcune iniziative promosse dalla società, il club giallorosso sta riavvicinando i propri tifosi, soprattutto le famiglie e i più piccoli, qualcosa non di poco, viste le difficoltà con le quali il calcio italiano deve convivere (infrastrutture deludenti, tessera del tifoso, crisis economica, etc.), che nell’ultimo anno hanno registrato un calo del 4.9% nelle presenze allo stadio rispetto la stagione precedente, in tutta la Serie A.
Per quanto riguarda l’Olimpico sponda romanista conferma la quarta posizione per media spettatori rispetto alla scorsa stagione (38.875) con un incremento del 14.4%. La gente sta tornando a riempire lo stadio, come ai vecchi tempi. Grazie a una società che si è schierata a favore dei tifosi con iniziative come: il botteghino all’Olimpico, dove è possibile comprare il biglietto il giorno della partita; è iniziata la vendita di biglietti on-line; è stato destinato un settore dello stadio (Distinti Nord) alle famiglie; il Cuore Sole Village. Sono stati confermati gli sconti per le donne e per gli over 65, il birthaday club. Cosi come molto probabilmente il via libera al carnet ideato dalla Roma, che consentirà anche a chi non ha la “tessera del tifoso” di sottoscrivere un abbonamento per le gare casalinghe, cosi come tantissime altre.
Insomma rivoluzione culturale doveva essere… e rivoluzione culturale sarà, il progetto americano punta su i giovani e cerca di ringiovanire un sistema calcio sempre più anziano. Sarà solo questione di tempo per far si che questa nuova realtà del calcio italiano, chiamata Roma, possa servire come esempio ad altre società del nostro calcio.
Riccardo Lelli.