Rassegna Stampa – Il Romanista – Segni di rinascita. È vero che fare peggio del Mondiale era pressoché impossibile, ma la prima Italia di Prandelli, pur battuta dalla Costa d’Avorio, fa comunque immaginare un futuro più roseo per la nostra Nazionale in vista dei prossimi Europei. È quello il primo obiettivo della ricostruzione affidata al nuovo ct. Che ricomincia mettendo la fascia da capitano al braccio di De Rossi. E vedere Daniele scambiare i gagliardetti col tricolore in mezzo al campo prima del calcio d’inizio della partita fa una certa impressione. Una bella impressione. Bellissima.
Lui sul campo risponde a modo suo. Probabilmente il migliore dei nostri, con una prestazione di sostanza e carattere nei limiti di una condizione fisica precaria. Inevitabile per chi ha ripreso a correre e ad allenarsi da un paio di settimane. Non solo, lui che è l’uomo delle prime volte, sfiora pure il primo gol dell’era Prandelli con una rasoiata su punizione dopo una ventina di minuti che esce di un niente alla sinistra della porta avversaria. E poi? Poi tutti i 90 minuti in campo, perché il ct non vuole rinunciare a lui neppure quando l’acido lattico si fa sentire e la pioggia battente su Upton Park appesantisce le sue gambe.
E gli altri? Per i romanisti la partita di ieri sera aveva senso soprattutto per vedere Daniele capitano azzurro, ma il resto d’Italia aspettava anche l’inedito tridente formato da Cassano, Balotelli e Amauri. L’esperimento ha funzionato in parte. L’avvio è addirittura più che buono, con l’interista che nei primi minuti va un paio di volte alla conclusione. Per metà primo tempo l’Italia funziona con De Rossi supportato da Palombo, mentre la difesa regge con l’ex romanista Motta che, sulla destra, conferma sia i suoi pregi (vedi il palo colpito a inizio ripresa in una delle tante incursioni) sia i difetti (con tante sbavature in fase di copertura). Davanti il più attivo dei tre è Cassano, che però viaggia ad intermittenza.
E così piano piano l’Italia perde brillantezza con De Rossi, il migliore, a cercare di tenere compatta la squadra. A inizio ripresa ancora qualche lampo azzurro (il palo di Motta) poi col gol ivoriano (testa di Kolo Toure su una mezza dormita di Chiellini) si spegne la luce. E non servono a molto i cambi di Prandelli che dopo 60 minuti toglie Balotelli e Amauri (non un granché la prestazione dello juventino) per far entrare Borriello e Quagliarella. La musica non cambia. Con le successive sostituzioni (Giuseppe Rossi, Cassani, Marchisio e Montolivo) si passa anche per un po’ al 4-3-3, senza risultati evidenti. Finisce così con la vittoria degli ivoriani per 1-0 e una Nazionale che nel 2010 non ha ancora vinto. Ed è andata comunque meglio che al Mondiale. Pensa un po’…