Top e flop in Torino-Roma: Abraham devastante, Sergio Oliveira non al top

Non poteva esserci modo migliore per prepararsi alla finale di Conference League di mercoleda prossimo, considerando il fatto che Torino-Roma ci ha regalato spunti decisamente interessanti. La squadra di Mourinho, al di là  dello sfortunato pareggio interno contro il Venezia, é assolutamente in salute e le indicazioni provenienti dal Piemonte sono molto interessanti per il tecnico portoghese. Nessuna insufficienza, ma soprattutto la matematica qualificazione alla prossima edizione di Europa League che dà  tanta fiducia a questo gruppo.

Ora non resta che concludere alla grande una stagione tutto sommato pi๠che discreta. Già , perchà© la qualificazione arrivata dopo Torino-Roma certifica l’obiettivo minimo della compagine giallorossa, con un pizzico di rammarico per non aver quantomeno lottato per un posto in Champions League. Troppo pesante, per la classifica e per il morale, la sconfitta interna maturata contro la Juventus, dopo una rimonta che ancora oggi si fa molta fatica a spiegare. Di sicuro, abbiamo un Abraham andato ben oltre le pi๠rosee aspettative della stagione estiva.

I migliori in Torino-Roma tra i giallorossi

Abraham 8. Letteralmente devastante in occasione dell’ultimo impegno in Serie A. Si inventa da solo il gol del vantaggio e tiene in apprensione tutta la difesa granata per larghi tratti del match. Dimostra di essere un lusso nel nostro campionato, al punto da essere ormai considerato un leader incontrastato dello spogliatoio giallorosso. Giocatore totale, come notato dopo la partita contro il Leicester.

Veretout 7. Fa molto piacere sottolineare la sua prestazione, considerando il fatto che per tutta la partita ha fatto alla grande entrambe le frasi. Incontrista, ma anche costruttore di gioco, a dimostrazione del fatto che non ha dimenticato come su guidi un centrocampo. Di sicuro, un elemento dal quale ripartire in vista della prossima stagione.

Zalewski 7. Altra grande prestazione, da evidenziare soprattutto per il fatto di essere stato schierato sull’altra corsia rispetto alla sua standard. Un elemento di sicuro affidamento, che tornerà  utile a Mourinho il prossimo anno sia a destra, sia a sinistra.

I peggiori in Torino-Roma tra gli ospiti

Sergio Oliveira 5,5. Sembra l’unico un tantino in ritardo di condizione tra gli ospiti. Ha iniziato bene la sua avventura in giallorosso a fine gennaio, per poi mostrare qualche limite di adattamento al nostro calcio. Difficile dire se in occasione della finale di Conference League sarà  gettato da subito nella mischia dal suo allenatore, ma la partita di Torino ci dice che allo stato attuale non riesca a garantire il massimo nelle due fasi.

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1 commento su “Top e flop in Torino-Roma: Abraham devastante, Sergio Oliveira non al top”

  1. La Roma contro il Torino fa quello che deve e gioca anche con una certa sicurezza. Aver evitato il dramma di giocarsi tutta la stagione nella delicatissima finale è un tassello fondamentale di questa stagione.
    Abraham segna un goal che a me è parso finalmente da campione, sbilanciando un difensore e districandosi egregiamente in area prima di segnare. La prossima stagione sarà fondamentale per capire la dimensione di questo giocatore.
    Zaniolo, invece, mostra maggiori incognite. Ci sono momenti in cui ci si aspetta che sia devastante, ma è evidente che ancora non riesce a mettere in atto tutto ciò che vorrebbe.
    La finale sarà probabilmente complicata. Le parole di Mourinho sull’energia dell’ambiente in un momento come questo mi sembrano un segnale importante ai giocatori: non fatevi prendere dalla frenesia della città. Il portoghese ha probabilmente capito che la Roma non ha bisogno di un grande allenatore per compiere delle imprese saltuarie (record di punti, record di vittorie consecutive, Roma-Barcellona, la partita giocata testa a testa contro il Liverpool). Un grande allenatore serve per creare continuità e per essere concreti nei momenti importanti. Come contro il Bodo, quando Mourinho ebbe a dire: abbiamo vinto la partita che ci serviva vincere.
    Gli estremi di entusiasmo e scontento rabbioso di tutto l’ambiente non ci hanno mai aiutati a fare quel salto in più. Anch’io sento a Roma una fiducia eccessiva, come se la finale fosse uno scoglio semplice da affrontare, quando sulla carta non partiamo favoriti. Dovremo invece conquistare la coppa con le unghie e con i denti.

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