(NEWS A ROMA – MENEZ SULLA BUONA STRADA – GAZZETTA) – Jeremy Menez è la nota lieta della Roma nella maledetta gara di Milano. Avreste dovuto vederlo, con un lecca lecca in bocca e sprofondato nella poltrona dell’aereo, prima del decollo: un bambino che non vede l’ora di tornare a casa. E puro, più che ingenuo, come tutti i bambini. Come si fa a chiedergli di essere più smaliziato? Dopo Pradè, ieri anche Bruno Conti ha commentato con qualche imbarazzo la sua dimostrazione d’onestà: «Deve capire che se non si butta per terra a San Siro il rigore non glielo danno». Insomma, la colpa è anche sua, se Rosetti non ha fischiato? Molto italiano. E lui, il francese Jeremy Menez, non capisce: «Era rigore netto, ma non ho voluto fare scena, non ho protestato in campo, non è nel mio stile. Ma questa, francamente, non può essere una colpa». Onesto, anche nello scagionare Pirlo. «Mi ha dato una gomitata, è vero, ma non lo ha fatto apposta: non è un episodio da prova tv». Chiaro, pure lui è uno da pane al pane e vino al vino. «Con Ranieri nei giorni scorsi abbiamo parlato da uomini— racconta —: mi ha chiesto di mettere il mio calcio al servizio della squadra, cercherò di accontentarlo». Ed estremamente realista, anche dopo la chance concessagli dall’allenatore, «forse la mia migliore partita con la Roma». «Contro il Milan ho giocato dall’inizio perché non c’era nessuno — il commento spiazzante —. Ranieri mi ha fatto i complimenti, ma io lo dico chiaro: vorrei giocare di più». E, in effetti, finora è stato impiegato con moderazione. Ma Ranieri deve provare affetto per questo ragazzo, se è vero che i padri diventano severi per il bene dei figli. E Ranieri lo è stato, quando gli ha dato dell’immaturo (calcisticamente). «Ma il rapporto con l’allenatore è buono e io non ho voglia di fughe. Certo, giocare in Italia è difficile, e per Gourcuff (a cui Menez è stato paragonato, ndr) al Milan deve essere stata più dura». Veloce come una gazzella, ogni tanto dovrebbe anche saper ruggire come un leone, questo sì gli si può chiedere, ma è questione di personalità, e di spalle ancora strette. Però Milano, con tutto che è andata come è andata («Sono molto deluso, potevamo vincere 3-0, siamo stati condannati dagli errori arbitrali»), «può essere la partita della svolta — promette Menez —. È stata un’occasione per mettermi in mostra, convincere Ranieri a usarmi di più». Anche la prossima volta, non ti buttare, please.