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(BLOG AS ROMA – QUESTA ROMA E’ MIGLIORABILE – FORZA-ROMA.COM) – La Roma spavalda e cinica che domenica ha annichilito la Fiorentina, si è rivista a Palermo solo per i primi 25 minuti; in molti ritengono per via di un terreno ai limiti della praticabilità. A rigor di logica, la squadra solida e muscolare voluta da Ranieri avrebbe dovuto trarre giovamento dalla situazione ed invece, mentre i nostri si impantanavano, i rosanero sembravano giocare con le pinne. Appurato che la strada verso la consacrazione passa attraverso una serie di correttivi, ritengo che la prima cosa da fare sia imprimere un marchio di fabbrica che abbia delle evidenze maggiori, per evitare il rischio che si generi un ibrido calcistico; ci si può lavorare.
Come si può lavorare sulla composizione dell’undici titolare. Ranieri ha chiesto un po’ di tempo per conoscere meglio i giocatori a disposizione, prima di circoscrivere lo zoccolo duro sul quale puntare. Le gare con Fiorentina e Palermo hanno fornito indicazioni importanti al riguardo. Il Mister sembra essere vicino alla quadratura del cerchio. Mercoledì l’unica nota stonata è apparsa l’utilizzo di Marco Cassetti nel ruolo di esterno destro di difesa. Il calciatore, probabilmente più adatto ai sistemi di gioco votati ad offendere, non è sembrato all’altezza dei compagni. Su di lui grava la responsabilità di almeno due dei tre goal incassati, oltre l’onta di una prestazione decisamente mediocre. Le alternative si chiamano Motta e Cicinho. Il primo, dopo avere iniziato l’esperienza romana in maniera brillante, si è progressivamente ridimensionato, pagando l’inesperienza e le scarse capacità di copertura. Il secondo è un terzino atipico, brasiliano a tutti gli effetti, pertanto, da disciplinare tatticamente, pur restando, probabilmente, l’opzione più interessante.
Ad ogni modo, l’elemento chiave su cui occorre intervenire efficacemente resta, a mio avviso, la testa: il goal subito dalla Roma contro i siciliani allo scadere del primo tempo, oltre a modificare l’inerzia della partita, ha costretto la squadra ad attaccare, riversandosi nella zona del campo maggiormente compromessa dal diluvio. In sostanza, il solito black out difensivo è risultato, stavolta, assolutamente decisivo. Se è vero, però, che l’individuazione della cura passa attraverso una diagnosi precoce ed esatta del male, credo che ormai Ranieri sia in possesso di tutti i referti necessari per guarire la nostra Roma. Ora deve solo passare la nottata.