Luciano Spalletti, ospite del salotto di Champions League su Sky Sport, ha commentato le gare di ieri sera prima del fischio d’inizio, il tecnico della Roma ha parlato sul difficile momento dei giallorossi prima e dopo le gare ha commentato la qualificazione dell’Arsenal con un pizzico di nostalgia, dopo essere stato battuto proprio dai Gunners ai calci di rigore: "Avrei preferito non essere qui, per essere con la mia squadra in Champions. Ma a questi livelli ci può stare una sconfitta". In questo momento è l’uomo mercato per quanto riguarda gli allenatori. Il tecnico si schernisce: "In una stagione tribolata non vedo perché devo essere corteggiatissimo. Sono l’allenatore e ho maggiori responsabilità degli altri. La società mi ha messo a disposizione una ottima ‘Rosa’ ma stiamo facendo al di sotto delle nostre possibilità. In ogni caso speriamo ancora di fare qualcosa in ottica della classifica". Il tecnico ha continuato parlando della sconfitta nel derby: "Io un po’ di reazione domenica, dopo aver perso il derby, ce l’ho avuta, però tutto sommato mi è sembrata più ridotta di quello che poi si è lasciato trasparire all’esterno, anche perché quella partita determina molto per quanto riguarda gli sportivi, il nostro ambiente, il calcio in generale. Ci sono state delle situazioni che ci sono girate contro e un minimo di reazione ci sta". Sulla regina delle competizioni europee: "Penso che la Champions sia una competizione importantissima, nella quale ci confrontiamo tutti volentieri, soprattutto per i valori che manifesta, perchè c’è meno ricerca di esasperazione del risultato, si va più attraverso lo sport e il confronto vero. Si accetta più volentieri il risultato finale". Sulla stagione della Roma: "Noi abbiamo fatto un campionato difficile, siamo partiti male, abbiamo dovuto rincorrere. Ora, nel rush finale, siamo andati incontro ad altre difficoltà, per cui ora siamo in un momento difficile". Sull’importanza dlle palle inattive: "C’è una buonissima percentuale di risultati che si determinano attraverso palle inattive. Nella composizione della squadra bisogna cercare di mettere questa fisicità e avere qualcuno che batte bene queste palle inattive per farle cadere nella maniera corretta dentro l’area di rigore. Si adottano più sistemi, l’uomo o la zona, però quello della palla inattiva è sicuramente un momento importante per determinare il risultato". Poi sul fenomeno Macheda, entrato nel 2005 nel mirino della Roma, prima di finire al Manchester United: "Dei piccoli talenti che nascono in città se ne sente parlare facilmente, perché è una città di calcio. Bruno Conti è uno molto attento, per cui l’aveva avuto sotto controllo, poi non so come si sia sviluppata la questione. Bisogna stare attenti ad andare a incolpare i club stranieri che ci vengono a portare via i ragazzi, perché se si fa un discorso di percentuale, di confronto, si vedrà che poi noi ne abbiamo importati molti di più di quelli che ci sono venuti a prendere. Però, questa è una cosa che va messa a posto perché non è corretto che a una società che ha uno staff di osservatori corretto per andare a trovare nuovi talenti, gli venga sottratto il ragazzo e non gli venga riconosciuto niente". Sulla qualificazione dell’Arsenal alla semifinale: "Oggi l’Arsenal ha meritato, Noi forse potevamo fare qualcosina di più. Non siamo andati bene lì a Londra, ma poi in casa siamo stati molto bravi e meritavamo forse qualcosa di più". Sul lavoro con i giovani: "La Roma è uno dei club più apprezzati a livello giovanile. Il Lazio sforna calciatori di notevole qualità. La Primavera della Roma tutti gli anni ha una squadra che sa farsi valere e sa far vedere qual è l’organizzazione, dando continuità al lavoro imbastito". Su Ferguson: "Contento di vederlo? Soprattutto lui, perchè è stato contento quando mi ha incontrato. C’è un rapporto di stima, spero reciproco. Questi grandissimi allenatori hanno fatto vedere una disponibilità e un rapporto di amicizia che ha fatto capire perchè lavorano a questo livello. Ci siamo scambiati dei doni, mi ha offerto da bere all’Old Trafford, portandomi nella sua stanza. Io gli ho offerto delle bottiglie di vino tocano e lui ha risposto la volta successiva con una bottiglia di scotch autografata che io conservo". La chiusura sulla finale di Roma e sulle polemiche sollevate da alcuni quotidiani inglesi: "Sarà tutto tranquillo, se ne accorgeranno da soli venendo a partecipare a questo spettacolo, a questa festa. Il calcio deve essere una festa per tutti".