Tre italiani superstiti e uno morto sulla montagna più alta del Sudamerica, l’Aconcagua in Argentina e al cinema, un’altra montagna impervia, l’Eiger svizzera a quattro mila metri di quota, sogno di molti alpinisti, è protagonista drammatica del film d’avventura North Face che narra la storia (vera) di una celebre spedizione sull’Eiger nel 1936 e che sarà nelle sale da metà febbraio, distribuito da Archibald. Essere il primo a scalare il famoso, famigerato versante nord dell’Eiger è questo il sogno di molti alpinisti di tutta Europa nell’estate del 1936. Neanche i due alpinisti più grandi della Germania, Toni Kurz (Benno Fuermann) e Andi Hinterstoisser (Florian Lukas), riescono a pensare ad altro. Sono convinti che possono farcela, anche se molti tentativi per scalare il «muro assassino» sono finiti in tragedia. Partono per la scalata, con alle calcagna i due austriaci Willy Angerer (Simon Schwarz) ed Edi Rainer (Georg Friedrich). Diventerà una lotta per la sopravvivenza, una sfida contro il tempo e le forze della natura. North Face, passato quest’estate al Festival di Locarno, è un film estremo per la storia ma anche per la realizzazione. La parete Nord dell’Eiger è considerata tra le scalate che hanno maggiormente impegnato alpinisti di tutto il mondo e che nella storia dell’alpinismo ha pure preteso il maggior tributo in vite umane. Sull’Eiger sono stati scritti molti libri, realizzati diversi documentari e film, tra cui Assassinio sull’Eiger (1975), diretto ed interpretato da Clint Eastwood e il recente Il risveglio del silenzio, tratto dall’omonimo libro del famoso alpinista inglese Joe Simpson. Con North Face, il regista e sceneggiatore Philipp Stoelzl, è riuscito a ridefinire il genere del film alpinistico.