CINEMA: LE «SETTE ANIME» DI MUCCINO E LA DEPRESSIONE DI WILL SMITH / IL REGISTA ITALIANO TORNA A DIRIGERE LA STAR DI COLORE IN UN FILM CUPISSIMO Roma, 8 gen. (Adnkronos/Cinematografo.it) – «Mia moglie ha visto il film una volta sola e mi ha detto: mai più!». Dopo la tirata d’orecchi della critica americana per Will Smith è arrivata – sia pure con motivazioni diverse («Così depresso non le piacevo», ha precisato l’attore) la bocciatura della consorte. In ‘Sette animè – seconda collaborazione con Gabriele Muccino dopo il successo (e la nomination all’Oscar) de ‘La ricerca della felicita« – la star americana interpreta un personaggio cupo che dopo aver provocato la morte di sette persone (moglie compresa) in un incidente automobilistico, decide di percorrere »uno strambo cammino« verso la redenzione: »Si trattava di un ruolo totalmente diverso da quelli del passato. – confessa Smith, a Roma per promuovere il film di cui è anche produtttore – Per la prima volta mi sono calato in un personaggio che non mi piaceva, che sentivo estraneo. Se non ho mollato è stato grazie alla perseveranza di Gabriele che è riescito anche stavolta a spingermi verso direzioni nuove«. Muccino conferma l’idiosincrasia di Smith verso il suo personaggio: »Per lui è stata dura. E a metà delle riprese avrebbe voluto lasciare. Il fatto è che Will è una persona estremamente solare e ha avuto molte difficoltà ad entrare in sintonia con l’abisso esistenziale di un uomo devastato dall’esperienza della perdita«. Entrambi respingono le critiche piovute dalla stampa americana che, salvo rare eccezioni, ha stroncato il film. Se Smith dichiara apertamente di non curarsi del giudizio »di un piccolo gruppo di persone« ma del grande pubblico, Muccino confessa »di non aver imparato nulla da quello che ha letto. È la prima volta che mi accade. Ho avvertito un accanimento esagerato e poca serenità da parte di tutti i detrattori«. In particolare ad aver indispettito il regista italiano sono stati gli attacchi al suo attore feticcio: «Hanno tirato fuori scientology, hanno paragonato Will a Tom Cruise. Hanno dato vita a un gioco al massacro molto sospetto. Come se avessero voluto demolire Smith, tra le star più amate al mondo, al di là della sua performance». «Mi ha fatto male anche un’altra cosa: si è parlato di cupezza, di depressione, di religiosità e si è dimenticato che Sette anime è soprattutto una storia d’amore fuori dagli schemi». La love story di cui parla Muccino è quella tra Smith e Rosario Dawson («lei ha riempito il film della sua luce», ha dichiarato il regista), una cardiopatica che riporterà alla vita il protagonista: «Quando ho letto lo script – racconta la Dawson, che ha già lavorato con Smith in ‘Men in Black IÌ, e sarà a breve nelle sale italiane con Eagle Eye – sapevo di dover fare questo film a tutti costi. Era una delle più belle sceneggiature che avessi mai letto. Volevo lavorare da tempo con Gabriele, il regista più emotivo che abbia mai conosciuto. E tornare a far coppia con Will, che ho ritrovato incredibilmente maturo». Sia la Dawson che Smith riconoscono a Muccino una certa severità: «Io i miei attori li spremo», scherza lui. Che conferma di stare ultimando la sceneggiatura de ‘L’ultimo bacio 2’, ma nega un ritorno definitivo in Italia: «Volevo prendermi una pausa dall’esperienza americana e dalle sue pressioni. Tutto qui. Ho già in cantiere diversi progetti per gli States, non solo con Will. Se dovesse partire uno di questi nei prossimi mesi la lavorazione de L’ultimo bacio potrebbe slittare». Probabile che Muccino si riferisca a ‘What I Know of Lovè, ritratto di una famiglia al collasso da tempo in stand-by. Molto dipenderà dall’esito commerciale di Sette anime, che costato oltre cinquanta milioni di dollari ne ha incassati negli States poco più di sessanta. Ed è ora atteso alla prova italiana, dove il film arriverà venerdì distribuito dalla Sony in 600 copie.