La Roma con la sconfitta di ieri chiude per la seconda volta senza un gol all’attivo, l’altra fu quella con l’Inter a San Siro, dove pero’ i giallorossi riuscirono a strappare un pari. Anche ieri il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio, ma l’improvviso gol di Di Natale ha fatto la differenza.
La squadra capitolina sembrava aver imboccato la giusta via dopo le due vittorie di fila in campionato, ma la sconfitta di ieri proprio non ci voleva.
tanti grattacapi riemergono come fantasmi: il gioco e’ tornato lento e un po’ confusionario, manca l’apporto decisivo di due terzini che siano capaci di spingere con continuita’, la formazione viene ripetutamente cambiata (14 formazioni diverse da inizio stagione), sia a causa di infortuni, e su questi Luis Enrique non ha colpa, sia per scelte tecniche, e in questo caso si deve tirare in ballo lo spagnolo.Non sono apparse convincenti le scelte del tecnico spagnolo, né in partenza (perché cambiare l’assetto del centrocampo che pure contro il Lecce aveva funzionato?) né in corsa (la rinuncia a Gago, il migliore, e la temporanea conferma di Greco non è che abbiano prodotti grandi risultati tanto è vero che dopo l’uscita dell’argentino la Roma è crollata).
Ma il problema piu’ grave è che con i due gol di ieri, le reti rimediate dai giallorossi nell’ultimo quarto d’ora di gara (recupero compreso) sono diventate otto: sette in campionato e una in Europa League, sul campo dello Slovan Bratislava che segnò al 82esimo.In campionato le reti sono state segnate dal Cagliari con El Kabir, dal Siena con Vitiello, nel derby con Klose, e dal Genoa con Kucka. Tre di queste sono state prese nei minuti di recupero e, ad eccezione di quella del Cagliari, sono tutte state reti decisive ai fini del risultato.