Scrivo con colpevole ritardo poiché ho smesso 5 minuti fa di festeggiare per la nostra prima vittoria casalinga dai tempi di Nerone e soprattutto per aver segnato ben 3gol (di cui uno segnato dal mio fotomodello preferito)… all’inizio ero un po’ restio a farlo perché sapete com’è… se non lo fai subito sembra che tu abbia già perso qualcosa dell’essenza emotiva della Curva. Poi mi sono fatto forza e mi sono detto che tra 15 giorni c’è il derby, che Prandelli non ha convocato Cerci in nazionale, che Ranieri è difficile che riesca a vincere lo scudetto e che Luis Enrique sta cominciando a tirare dalla sua parte più di qualche scettico. Eppoi ho ricevuto talmente tanti commenti di apprezzamento che non potevo sottrarmi proprio oggi!
L’atmosfera di sabato era chiara. Più di qualcuno allo stadio era venuto con l’intenzione di spezzare le reni ai tanto odiati (non solo sportivamente) rivali bergamaschi. Diciamo la verità,sta storia della capolista virtuale faceva ridere i polli. In curva si era abbastanza convinti della vittoria. I 3 punti di Parma avevano risistemato la Roma in classifica e con essa anche l’umore di una tifoseria che dopo Siena aveva lasciato lo stadio accennando qualche fischio.
Ma come la schizofrenia del tifoso romanista ci insegna, sabato sera il tifoso sembrava aver scordato tutto e anzi, si era presentato ai cancelli ancora più motivato rispetto al post-San Siro. Si, perché stavolta la gente sembrava più consapevole di aver visto qualche miglioramento netto ed era convinta che fosse ora di metterlo a frutto.
Come ormai con piacere riesco a constatare, quest’anno quando ci si ritrova tutti insieme allo stadio con un obiettivo unico, al di la delle opinioni e linee di pensiero che settimanalmente dominano il web. Si perché se l’anno scorso si parlava di anno 0 della Curva Sud, quest’anno bisogna dire che qualcuno ha cominciato a ricostruire le fondamenta. Un lavoro apprezzabile e faticoso quello di ricreare uno spirito unico in Curva… che qualcuno ha iniziato, e che è ancora presto per giudicare. Per ora, si può dire solo con soddisfazione, che “The Curva Sud, is not dead!”.
La partita fila bene dall’inizio, e i canti sono una “cornice perfetta” (eh, Edy Sveja? Invidioso?) di una partita che la Roma interpreta con la giusta dinamicità e voglia di fare risultato. La Curva l’accompagna, a tratti si canta quasi tutti… i ragazzi delle prime file, che con la sparizione dei vecchi presidi si sono presi carico dell’onere e dell’onore di lanciare i cori, lo fanno in maniera incessante.
Il gol è di Bojan. Lo stadio esplode come una pentola a pressione. Eravamo in 40.000 ad aspettare il gol di un ragazzo che, si vede ad occhio nudo, ha le stimmate del grandissimo! Nemmeno il tempo di riprendersi e la Curva può nuovamente sfogarsi contro le balaustre e sferrando ganci destri alle pareti metalliche! Osvaldo, de culo o de panza, sembra abbia “grattato” lui la bacchetta magica di Luis Enrique visto che, complice un rimpallo, segna il 3° gol della sua finora fortunatissima storia giallorossa. Si va al riposo con una Curva ubriaca di felicità, in molti c’è lo sguardo stupito di chi pensa di assistere ad un miracolo! Alcuni ricontrollano il tagliando per verificare che si stia giocando effettivamente Roma-Atalanta.
Nell’intervallo la Curva è inquieta. Si parla, ci si confronta, si vuole capire meglio. “Ma come funziona, anche a voi i fraseggi sembrano nettamente più veloci?”… oppure “io sono sicuro di aver visto dei movimenti senza palla, sbaglio?”… insomma la gente cominciava,dopo mesi e mesi di nulla, a intravedere la possibilità che il tighi-taghi possa avere effettivamente un senso…era la luce in fondo al tunnel?
Denis, in avvio di ripresa, ci ricordava di no. Non era tutto facile come era sembrato nei primi 45 minuti. D’altro canto, con un lampione in porta, è difficile non subire almeno un gol a partita (anche se nella fattispecie non sono addossabili colpe particolari al povero Bogdan).
Ecco qua che però la Roma ci stupisce ancora. Dagli spalti si ha la netta impressione che, sebbene nessuno ne sia convinto al 100% e il timore di una ricaduta sia ancora padrona del nostro cervelletto, non è successo niente di che. I ragazzi e la Curva si ritrovano subito, riprendono il bandolo della matassa, e dopo aver subito un paio di discese atalantine che possiamo tranquillamente definire come “fisiologiche”, continuano la ricerca del terzo gol con la stessa determinazione (non la stessa lucidità, però) del primo tempo.
La terza sorpresa (quarta se ci mettiamo Osvaldo che continua a timbrare con la regolarità di un impiegato delle Poste) è la più che buona prestazione di Rosi, che si ripete dopo aver giocato degnamente a Parma. I fischi e gli improperi di solito a lui indirizzati sembrano aver perso altre vie, e Aleandro viene a tratti addirittura applaudito. Ciò potrebbe voler dire che si fomenterà e che sarà meglio tenerlo in panca al derby.
È quindi l’esultanza liberatoria di chi sa di essere stato testimone di qualcosa di reale, l’urlo che accompagna il terzo gol firmato dal dimenticato Chinotto Simplicio… liberazione che accompagnerà queste due importantissime settimane e donerà serenità ad un ambiente che,tanto per cambiare, ne ha bisogno come il pane. Il coro all’uscita dallo stadio (“voi siete i bianco blu”), d’altronde non lasciava adito ad interpretazioni. Adesso vogliamo il derby!
P.S.: forse è presto per venire sotto la Curva a ringraziare, ma la scena di fine partita dimostra quanto si stia stringendo il rapporto tra due nuove generazioni di giocatori ma anche di tifosi. L’ennesimo aspetto positivo di una giornata da “incorniciare” alla faccia di Edy Sveja!