«A questi ragazzi dico che capisco il loro disagio e che la loro preoccupazione è anche la mia. Io sto dalla loro parte, anch’io sono stata studente e ho avuto preoccupazione per il futuro». Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, in un’intervista a Repubblica, si rivolge così agli studenti che oggi scendono in piazza contro la sua riforma. «Io lavoro – spiega – perchè almeno una università italiana possa essere annoverata tra le prime 100 al mondo, perchè si affermi un sistema di allocazione delle risorse basato sulla qualità della ricerca e il Paese sappia rispondere a questa difficile congiuntura dotandosi di un sistema di formazione moderno ed efficiente. È una sfida difficile, di cui avverto come ministro la piena responsabilità, ma sono anche consapevole che per vincerla occorre il contributo di tutti». Invece, continua la Gelmini, la Cgil ha alzato le barricate contro il governo e si è isolata in un angolo«, dimostrndosi »sempre di più il sindacato dello status quo«. Quanto ai tagli, »io mi attiverò per garantire la sopravvivenza degli atenei, ma se la mia azione è accompagnata da una autocritica del sistema universitario allora il confronto sarà più costruttivo«.
Ieri due i cortei della scuola e dell’università che hanno attraversano Roma. Quello dei sindacati, che parte da piazza Bocca della Verità alle 9.30 e arriva in piazza Navona dove parlerà Epifani, e quello degli studenti, con tre concentramenti: piazzale Aldo Moro, piazza Esedra (studenti medi e studenti che vengono da fuori Roma) e Ostiense (studenti Roma Tre). Il percorso degli studenti tocca via Cavour e via dei Fori Imperiali per poi unirsi a lavoratori dell’università e della ricerca in sciopero e arrivare a piazza Navona. «La mobilitazione rimarrà alta per tutto il prossimo mese, anche in vista dello sciopero generale convocato dalla Cgil per il 12 dicembre e al quale anche noi guardiamo come prossima data di opposizione al disegno miope e inadeguato del governo» hanno dichiarato i rappresentanti degli studenti, che attaccano «l’ennesimo atto di intimidazione da parte della destre alla sede nazionale della Flc-Cgil».