Rassegna Stampa – Corsera – «Non sono in grado di ipotizzare la data del suo rientro, il ragazzo sta ancora osservando il programma di lavoro differenziato». Il ragazzo è Adriano Leite Ribeiro, mentre a parlare è Claudio Ranieri, il tecnico che ha avuto in affidamento l’ingrato compito di rilanciarlo nel firmamento del calcio che conta. La Roma torna a giocare e il centravanti resta a guardare, ancora una volta, frenato dagli infortuni. Il trauma contusivo-distorsivo alla caviglia sinistra, riportato in allenamento a fine settembre, ha fatto seguito alla lesione muscolare alla coscia di un mese prima. Risultato? La strada, per lui, è sempre più accidentata e la tanto attesa esperienza giallorossa sta assumendo le sembianze di una lunga anticamera. Adriano ha saltato sette partite su dieci e, nelle restanti, mai iniziate da titolare, oltre ai 22 minuti in Supercoppa italiana ha accumulato solo due tempi contro Brescia e Cluj.
Ieri il brasiliano ha presenziato a un’iniziativa umanitaria promossa dal presidente della Regione Renata Polverini, che accompagnerà ad Auschwitz in un viaggio della memoria due squadre juniores capitoline. Presso il Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino ha assistito alla presentazione del libro «Dallo scudetto ad Auschwitz», di Matteo Marani.
Dopo le foto di rito e gli incitamenti— che non gli sono mai mancati, fin da quando nel giugno scorso sbarcò a Roma — l’Imperatore ha risposto a un tifoso preoccupato della sua convalescenza:
«Dovrei rientrare in gruppo la prossima settimana. Non posso aggiungere altro, perché siamo in silenzio stampa»
Adriano prova a non ascoltare chi parla già di «scommessa persa» dalla Roma, non replica alle voci di chi a gennaio lo vorrebbe di ritorno in Brasile e, soprattutto, soffre al pensiero che il suo lento recupero non comporti troppi problemi a una squadra che in attacco ha diverse alternative.
Intanto continua a correre e s’impegna sotto lo sguardo comprensivo del preparatore atletico giallorosso Paolo Bertelli. Le sue giornate trascorrono con gli amici fidati che l’hanno seguito nella capitale, tra dieta personalizzata e incoraggiamento dei compagni. La voglia di tornare protagonista non gli è passata, come i guai fisici e i chili in eccesso.