Rassegna Stampa – Corsera – A Roma, casa sua, volano mattoni contro l’automobile. All’estero, invece, lo premiano in pompa magna e preferiscono il suo nome a campioni come Raul, Eto’o, Drogba, Seedorf, Gerrard e Buffon. Volendo estremizzare il concetto, parlando del periodo delicato che vive Francesco Totti senza considerare un’intera carriera regalata ai colori giallorossi, verrebbe da pensare al vecchio adagio «nemo profeta in patria».
Il capitano della Roma sa bene che non basta un momento no per mettere tutto in discussione, anche se è deluso per la parte della città che gli indirizza attacchi a suo dire, pretestuosi e ingrati: «
Accetto le critiche che riguardano il mio rendimento e non quelle rivolte alla persona: l’accanimento mi amareggia»
Parla dal Principato, Totti, violando davanti alle telecamere di Sky il silenzio stampa imposto da Rosella Sensi. Si è concesso un weekend lungo di riposo a Montecarlo, in concomitanza con la premiazione del «Golden Foot 2010» ma è tornato anche sul suo rapporto con Ranieri, dopo le sostituzioni della discordia:
«Ho parlato col tecnico, abbiamo chiarito e gli ho detto che, se starò bene, voglio giocare considerando anche tutto ciò che ho dato a questa maglia. Qualora, però, si trattasse di andare in tribuna o in panchina, non farò mai polemiche con lui»
Poi le rassicurazioni rivolte ai romanisti, preoccupati per il fallimentare avvio stagionale della squadra:
«I tifosi possono star tranquilli: supereremo questo momento e tornerà la vera Roma. Con il vero Totti»
Sorride e risponde, poi, quando gli ricordano le parole di Cassano, che ha chiesto pubblicamente al c.t. Prandelli di convocare il romanista per giocare insieme ancora una volta:
«Con Antonio c’è stato un periodo complicato ma ora siamo tornati amici. Le parole di Prandelli mi hanno fatto piacere. Tutti mi parlano dell’allenatore come una persona amabile, io sono dispiaciuto di averlo conosciuto troppo poco durante la sua esperienza romana. Se dovesse chiamarmi? Prima di prendere una decisione parlerei con lui. Ora, però, la mia concentrazione è interamente proiettata sulla Roma»
E mentre il capitano di oggi immagina un ritorno in maglia azzurra, quello del domani è costretto a compiere un percorso inverso. È finita prematuramente, infatti, la permanenza nel club Italia di Daniele De Rossi, bloccato da un edema muscolare al polpaccio sinistro, che l’ha messo fuori causa per la gara di stasera con la Serbia. «Nulla di preoccupante» ha detto il dottor Castellacci – responsabile dello staff medico della Nazionale – dopo gli accertamenti clinici che hanno escluso la lesione. Allarme rientrato, insomma, ma solo nelle prossime ore, a freddo, si potranno sciogliere le riserve sull’impiego del centrocampista sabato sera con il Genoa. A tal proposito, ieri la squadra è tornata a correre e da Trigoria arrivano notizie contrastanti. Sorride dopo tante settimane Rodrigo Taddei, tornato finalmente in gruppo dopo l’infortunio, mentre è rimasto ancora a riposto Perrotta, alle prese con un risentimento tendineo.