Rassegna Stampa – Il Messaggero – La Roma è convalescente, sostiene Claudio Ranieri. Sì. Lo dicono i risultati, lo evidenziano le convalescenze dei pezzi da novanta come De Rossi, Riise e Totti. La Roma stasera (ore 20,45) non parte alla pari con l’Inter, sostiene ancora Claudio Ranieri. Fa strano ascoltare una frase del genere, visto che la Roma, con questo stesso allenatore, sei mesi fa ha conteso lo scudetto all’Inter di Josè Mourinho. E ora le due formazioni si trovano distanti otto punti dopo solo quattro giornate. Roma tanto giù, Inter giù molto su. Ranieri viene pure da una settimana di chiacchiericcio (Lippi) e di malefatte (Russo, Brescia-Roma). Umore a pezzi e gambe che solo ora cominciano a girare, visto il secondo tempo di mercoledì sera al Rigamonti. Un minimo di speranza per addrizzare la stagione c’è, Ranieri ha notato qualche miglioramento ma stavolta non vuole recitare la parte del leone contro una squadra che già in Supercoppa l’ha battuto, ma vuole la prima vittoria della stagione. Quindi i punti, ché scarseggiano.
«I nerazzurri sono rimasti gli stessi, hanno solo cambiato allenatore. Noi siamo dei malati che devono riprendersi. La Roma è in un momento difficile, l’Inter no. Non partiamo alla pari. Chi segue la Roma conosce i nostri problemi. Noi ora abbiamo di nuovo in gruppo giocatori importanti, a Brescia la squadra ha recuperato la sua mentalità. Ho ritrovato la Roma»
Intanto ritrova Riise, sul quale Ranieri ha qualche dubbio ma il norvegese spinge per giocare, Totti e forse De Rossi. In avanti, dubbio Menez Vucinic dietro il duo Totti-Borriello. Poi, in difesa, ricompare Burdisso dopo le due giornate di squalifica, che per l’Inter, ovviamente, dovevano essere almeno tre. Ma l’impressione è che lo schieramento dipenda molto dalla presenza di De Rossi. Dieci punti l’Inter, due la Roma. Altro che sei mesi, sembra passato un millennio da quando la Roma, battendo l’Inter all’Olimpico lo scorso 27 marzo, aveva annullato quello stato di imbattibilità della corazzata nerazzurra. Ora la Roma è fragile, l’Inter ha ripreso quel cammino. Dopo i fatti di Brescia, alle nefandezze dell’arbitro Russo di Nola, la risalita della squadra di Ranieri sembra ancora più complicata.
«Certe difficoltà non scompaiono all’improvviso. Ma a Brescia abbiamo messo qualcosa che mi fa ben sperare. Non siamo depressi, siamo molto amareggiati. Però nel calcio queste cose ci sono, hanno sbagliato e l’hanno riconosciuto. Andiamo avanti»
Avanti con Morganti, arbitro di Roma-Inter.
«Io amo il calcio, credo nel calcio e nel calcio pulito. Rispetto tutti quelli che lo fanno. Gli altri non li rispetto e non li calcolo, li schifo»
Gli altri chi? Ci risiamo con le allusioni? Il sigaro, le ombre, le onde, la panchina che scotta e davanti sempre lo stesso incubo: Marcello Lippi. Un nome, un argomento che lo manda fuori di testa. Non ne vuole parlare, «ci sarà tempo per farlo…», dice. Ma il tempo dura un attimo. Quanto è amareggiato per certe situazioni?
«Ormai ho una certa età e non mi amareggio più come prima. Adesso ci convivo, non lo accetto, mi schifa, ma ci convivo»
C’è anche abituato, ribadisce. I tempi della Juve non sono lontani. Una sorta di eterno ritorno. Lippi prima, Lippi poi, Lippi sempre. C’è chi, nella Roma, ha provato a sentire l’ex ct della nazionale, che non solo ha negato qualsiasi tipo di contatto con la Roma, ma ha anche garantito che non verrebbe mai ad allenare da queste parti. Il suo obiettivo, se mai dovesse accettare di tornare su una panchina, è quello di allenare una nazionale. E allora perché Ranieri è certo di sapere? Evidentemente qualcuno bara. Ma Ranieri, al di là delle apparenze, è sereno. «Me lo chiedete sempre. Io sono serenissimo». Speriamo.