Mentre i riflettori sono puntati sulla “scommessa” Adriano, queste prime amichevoli estive hanno confermato come il francese oltre le sicurezze date dall’asse Totti- Vucinic possa essere l’autentica “variabile indipendente” dell’attacco romanista.
Certamente se l’Imperatore tornerà il giocatore incontenibile di un tempo, può da solo sbilanciare le sorti del campionato, ma nessuno può aspettarsi ad inizio stagione un inserimento immediato del brasiliano, per il grande lavoro fisico che sta svolgendo, ma anche per il tempo necessario che serve a fargli riprendere confidenza con le gare ed entrare nei delicati schemi offensivi. Chi invece sembra a un passo dall’”esplosione” è proprio Jeremy Menez che continua a ricevere gli elogi di Ranieri e dei senatori dello spogliatoio giallorosso, segno inequivocabile che aumenta la fiducia nei suoi confronti e questo non può che aiutare la complessa interiorità del talento parigino. Lo “psicologo” Ranieri sa bene il francese se motivato può essere fondamentale nel ridurre il divario con la corazzata interista e per ora sembra lo stia ripagando egregiamente. Una sventola di destro con palla all’incrocio e un tacco geniale contro l’Al Saad, più una travolgente aggiramento sulla sinistra contro il Paris Saint Germain, i suoi primi “high lights” delle amichevoli di agosto, Lampi con cui Menez illumina le partite e impreziosisce di bellezza estetica il gioco, ma è proprio nella dimensione delle cose semplici, nei passaggi “banali” che si vede l’autentico miglioramento. Come ha dimostrato più volte, se il francese è distratto o insofferente sbaglia anche i passaggi banali, con l’arroganza del grande pittore costretto a fare l’imbianchino. La “cura Ranieri” invece è fatta di umiltà e sacrificio, di sudore e lavoro e se come sembra, il ragazzo delle periferie di Parigi capisce che “c’è solo la Roma”, allora Roma può ripagarlo e farlo diventare davvero il Grande Houdinì.