Ai Pooh bastava un minuto, gli Stadio ne reclamavano cinque, ai Negramaro ne occorrevano tre… Nel gioco del calcio, però, il recupero non viene discrezionalmente determinato, né dall’arbitro, né da nessun altro. Esso è calcolato sulla scorta di un regolamento ben preciso, in base al quale l’extra time è incrementato di trenta secondi per ogni sostituzione e di sessanta per ogni ingresso in campo della barella, salvo le varie e le eventuali. Inoltre, l’entità del recupero deve essere segnalata attraverso una lavagna luminosa, visibile a tutti, anticipatamente rispetto allo scadere del novantesimo. Tutto questo per evitare che il direttore di gara o chi per esso possa artatamente dilatare la durata della gara a vantaggio di una delle contendenti. Ebbene, ieri sera l’arbitro non solo si è arrogato la facoltà di occultare l’estensione temporale del match, ma ha addirittura riproposto una sorta di “regola del golden gol”, opportunamente rivisitata, per cui la partita si sarebbe protratta fino a quando i francesi non avessero segnato. E menomale che al minuto novantasei la palla è finita in rete, altrimenti si correva il rischio di perdere pure l’aereo. Poco male alla luce del fatto che ogni nostra valutazione sulla bontà della prestazione dei giallorossi ha eluso riflessioni sul risultato finale. Del resto, c’era un anniversario da celebrare e noi, ingrati, stavamo mandando la torta di traverso. Ovviamente, la presa in giro non piace a nessuno e dunque, per quello che può contare, il groppone dallo stomaco vogliamo togliercelo. Evidentemente, che è venuto a Roma alla ricerca di uno sparring partner è approdato sulla sponda sbagliata del Tevere e poco ci è mancato che ci rimettesse la faccia. Sciagurata distrazione…