ROMA – La ripartenza di George Soros, vera o presunta, anima la giornata dei romanisti più di quelle di Tonetto e Perrotta o del recupero di Totti. In città, alimentata dalle radio private, si sparge la voce che il finanziere americano si sia stancato dei tira e molla e abbia chiesto una risposta in tempi brevi.
«Per noi la trattativa non è mai cominciata», ribadisce la società giallorossa.
Secondo fonti vicine agli ambienti finanziari, una prima frenata era stata registrata in occasione dell’incontro a Roma tra Gianroberto De Giovanni, legale vicino alla famiglia Sensi, e i rappresentanti di Ics (Inner Circle Sports), advisor del magnate statunitense, avvenuto una decina di giorni fa: in quella occasione si diffuse la voce, mai confermata, dell’interesse di fondi arabi all’acquisto del club.
Nei giorni successivi, i rappresentanti di Soros hanno discusso se formalizzare l’offerta o meno, ma il finanziere, alla fine, ha deciso di uscire di scena.
Sull’insuccesso dei colloqui sembra abbia influito il mancato accordo tra i membri della famiglia Sensi sull’opportunità di cedere il club. Sullo sfondo resta Unicredit, che ha in mano il 49% di Italpetroli (compagnia attraverso cui la famiglia controlla la squadra giallorossa). Unicredit è solo uno “spettatore interessato” ma nulla più rispetto a quanto vorrà fare della As Roma la famiglia Sensi, «cui sola spetta ogni decisione circa un’eventuale cessione e che ha totale libertà di manovra nel decidere». È quanto si apprende da una delle fonti finanziarie in qualche modo vicine alla vicenda, secondo cui «a testimoniare che Piazza Cordusio non stia esercitando alcuna pressione sui Sensi lo dimostra anche il fatto che Unicredit non ha esercitato l’opzione put del 2% su Italpetroli lasciando quindi che la famiglia tornasse dal 49 al 51%». «Se la banca avesse voluto prendersi Italpetroli e vendere asset come ad esempio la As Roma – conclude – si sarebbe comportata diversamente esercitando l’opzione e cercando compratori, anziché restituire alla famiglia Sensi la piena capacità e forza negoziale che ora le deriva dall’avere il 51%».
Intanto i tifosi giallorossi sono sempre più perplessi. Molti sperano che la ritirata di Soros sia “tattica” e non definitiva, e in effetti in una trattativa che vede ballare 270 milioni di euro, una strategia del genere è plausibile. Intanto però c’è da alimentare le residue aspettative dal campionato a tre giornate dalla conclusione. La Roma continua ad essere costretta a fare professione di fiducia: per onore di firma, ma non solo. A tre giornate dalla fine del campionato sono 6 i punti che dividono i giallorossi dall’Inter capolista e 5 quelli dalla Juve che avanza come un treno a caccia del secondo posto. Quindi, l’imperativo è guardare sempre avanti cercando di vincerle tutte sperando che la squadra di Mancini perda colpi, ma soprattutto per evitare di sentire sul collo il fiato dei bianconeri. Con il Torino domenica, il primo appello dopo il deludente pareggio con il Livorno rattristato oltre tutto dall’infortunio che ha tolto dal campionato Francesco Totti, è andato più che bene. Un 4-1 divertente e convincente che ha evitato che l’Inter mettesse a segno il match ball al primo colpo.
«Le speranze sono poche ma dobbiamo tenerle vive fino all’ ultimo momento» ha detto ancora ieri pomeriggio ai suoi Luciano Spalletti. Le poche speranze di cui ha parlato Spalletti sono di sicuro appese ai rossoneri che inseguono la zona Champions.
Domenica la squadra ha risposto nel migliore dei modi al ko del suo capitano dando una grande dimostrazione di carattere. Ma per domenica prossima, contro la Sampdoria a Genova, Spalletti non avrà a disposizione Juan espulso nel finale della gara. Una partita sicuramente non facile quella contro i blucerchiati anche loro in corsa per un posto nell’Europa che conta e soprattutto con un Cassano in gran forma e che all’andata per un problema alla schiena aveva mancato la gara dell’Olimpico. La squadra ha dimostrato anche di non essere distratta dalle voci che riguardano la possibile cessione del club. E proprio ieri Rosella Sensi ha voluto ringraziare «Quei tifosi e solo quelli, che ci sono stati vicini».