Lo aveva detto, Claudio Ranieri, alla vigilia della gara contro il Basilea: "metterò in campo la migliore formazione possibile". Ne eravamo convinti, pur tuttavia ritenendo che l’asserto fosse correlato al momento storico. La migliore formazione possibile, alla luce di specifiche valutazioni che riguardassero lo stato di forma di alcuni atleti, il margine di rendimento di altri, l’esigenza di riposo di altri ancora. Invece no. L’idea del Mister aveva una portata generale. Dando un occhiata all’undici di partenza, ci si accorgeva immediatamente che quella era l’espressione massima del potenziale giallorosso, commisurato alla consistenza attuale del parco giocatori. Si può discutere qualcosa, ma solo qualcosa. Possiamo domandarci, ad esempio, se Julio Sergio sia effettivamente il migliore dei quattro portieri a disposizione. Praticamente imbattibile tra i pali, sostenuto da ottime doti tecniche ed assistito da una buona dose di fortuna, il che non guasta, l’estremo difensore brasiliano evidenzia serie lacune lontano dai pali, probabilmente legate ai limiti di natura fisica. Peccato. Possiamo domandarci, ancora, se Cicinho rappresenti effettivamente il terzino destro più funzionale alla causa romanista, ricordando che in quel ruolo esistono alternative, quali Motta, Cassetti e Burdisso. Burdisso, appunto. Anche in questo caso, possiamo domandarci se il difensore ex Inter sia più utile come esterno o come centrale e se, come centrale, accanto all’intoccabile Mexes, offra garanzie superiori rispetto al collega di reparto Juan. Pochi quesiti che esauriscono tutto il margine di confronto, perchè, per il resto, c’è poco da indagare. La squadra schierata ieri contro gli svizzeri era la Roma titolare, la Roma più forte. Purtroppo, la Roma più forte continua a subire goal; è ancora vittima di spaventose amnesie difensive; alterna fasi di dominio assoluto a periodi di soccombenza impotente, qualunque sia il nome dell’avversaria. La Roma più forte regala preoccupazioni gratuite in vista di un derby sicuramente alla sua portata. E allora, per dirla con le parole dell’allenatore testaccino, bisogna "sgrezzare il diamante", per evitare il rischio di spiacevoli sorprese. La Roma più forte ha importanti margini di crescita. E’ bene che ne abbia consapevolezza.