“Okaka è mio e me lo lavoro io”…
Ove mai Spalletti abbia deciso di assistere alla gara tra la Roma ed il CSKA di Sofia, avrà avuto, senz’altro, più di un motivo per sorridere: il “suo” uomo, schierato titolare, addirittura in sostituzione del Capitano, ha realizzato la prima delle due reti con cui la Roma si è imposta sulla formazione bulgara, rendendosi autore di una prestazione di primissimo livello.
Non è dato sapere quanto effettivamente abbia inciso il lavoro del tecnico di Certaldo sulla crescita esponenziale della giovane punta; di certo, Claudio Ranieri, al suo arrivo, ha trovato un giocatore assolutamente pronto; si è limitato ad accordargli fiducia, regalandogli inizialmente scampoli di partita, per arrivare progressivamente a consegnargli le chiavi dell’attacco romanista; Stefano non ha deluso. Il goal di ieri è da centravanti vero: scatto sul filo del fuorigioco, rasoterra incrociato sul portiere in uscita e palla a fil di palo; tanto per dare una scossa agli spettatori che ormai entravano in fase rem, dopo i soliti venti minuti ad efficacia soporifera.
Per il resto, il ragazzo si è rivelato più che all’altezza della situazione. Ha saltato l’uomo con regolarità, sia entrando centralmente, sia allargandosi sulla fascia destra. Ha dialogato bene con i compagni; ha saputo proteggere la sfera di fisico, consentendo alla squadra di rifiatare; ha lottato, ha pressato, ha recuperato palloni, facilitando più di una volta le ripartenze giallorosse. Ancora paga la scarsa incisività sotto porta, seppure penalizzato dalla modesta propensione offensiva della Roma attuale. In tal senso, definirei Okaka una sorta di attaccante moderno, inserito in una squadra che gioca un calcio all’antica. Difficilmente finirà la stagione in doppia cifra, ma sicuramente farà molta legna.
Banale dire che la Roma potrebbe avere trovato in casa l’attaccante di peso che cercava, come ovvia è la considerazione sui notevoli margini di miglioramento da riconoscere ad un atleta appena ventenne. Preferiamo rimanere con i piedi per terra, seppure confidando nelle doti del calciatore, nella lungimiranza di Spalletti e nella perseveranza di Ranieri. Forza Stefano.