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(BLOG AS ROMA – LO STADIO DELLA DISCORDIA – FORZA-ROMA.COM) – E’ passato appena un mese da quando la Dott.ssa Sensi, in quel di Civitavecchia, elargiva tale perla di saggezza:
“’Abbiamo individuato l’area per la realizzazione del nuovo Stadio. Il processo è lento poiché i ritmi sono legati alla serietà della società. Se avessi voluto fare uno stadio per interessi, avremmo agito con superficialità”.
Cosa è cambiato in così poco tempo, sì da indurre alla convocazione repentina della conferenza stampa di presentazione del progetto?
Si tratta del naturale epilogo delle famose consultazioni politiche? O, piuttosto, l’accusa di immobilismo, mossa da Unicredit, ha fatto suonare il campanello d’allarme? O, ancora, si cerca la sordina più adatta per attutire il rumore assordante proveniente dalla piazza?
Secondo alcuni, l’intento è quello di consolidare una posizione di leadership, alla faccia degli “squali travestiti da sirene”, pronti a solcare le rotte marine che portano a Villa Pacelli.
Altri vedono nell’operazione – Stadio il tentativo di incrementare il valore della società, cosicché, in caso di vendita, si possa realizzare un introito non troppo distante dall’ammontare complessivo dell’esposizione debitoria.
Altri, infine, suppongono si voglia garantire un flusso economico continuo e disgiunto dai risultati sportivi, in nome di quell’autofinanziamento che è croce dei tifosi e delizia per l’attuale dirigenza.
La percezione condivisa, comunque, è quella di una Roma in ostaggio.
Se davvero fossimo in fase di transizione, se davvero fosse imminente un cambio di guardia, l’indicazione spallettiana confluita nell’ormai proverbiale “navigare a vista” avrebbe una ragion d’essere. Ed invece la Sensi non perde occasione per reclamizzare progetti a medio – lungo termine, quasi si trattasse di minacce.
Il tifoso romanista si è sempre proclamato “prigioniero di una Fede”. Oggi si sente prigioniero di una proprietà ed il retrogusto sgradevolissimo ha il sapore dell’impotenza.