F&M: As Roma-Unicredit, la Sensi si gioca il jolly

(CESSIONE AS ROMA – AS ROMA-UNICREDIT, LA SENSI SI GIOCA IL JOLLY – FINANZA E MERCATI) – Rosella Sensi gioca l’ultima carta per ricucire lo strappo con Unicredit, la situazione di Italpetroli si fà sempre più inquietante e la vendita della As Roma potrebbe essere la soluzione "migliore". La strategia del decreto ingiuntivo può ancora essere evitata. Ma il timer è partito, e la banca guidata da Alessandro Profumo vuole subito una proposta concreta per rientrare degli oltre 300 milioni di crediti scaduti nei confronti di Italpetroli. Così, il presidente del gruppo avrebbe deciso di accelerare sul piano-dismissioni per presentare una prima proposta di mediazione entro la fine della settimana. Il dossier, secondo quanto riferito da fonti vicine a Piazzetta Cuccia, sarebbe stato al centro dell’incontro di giovedì scorso tra Rosella Sensi e il vicedirettore generale dell’advisor Mediobanca, Maurizio Cereda. Oltre all’attivazione di una strategia difensiva nei confronti di Unicredit nel caso in cui l’istituto di Piazza Cordusio decida di andare in Tribunale per pignorare i beni di Italpetroli, la banca d’affari avrebbe messo sul piatto anche un’ipotesi di accordo, che potrebbe essere presentata già nel week end alla banca di Profumo. Sempre secondo le stesse fonti, la soluzione allo studio sarebbe quella di spezzare il debito in due tranche. La prima, da 150 milioni, verrebbe liquidata entro il mese di dicembre grazie ai primi incassi provenienti dalla dismissione delle attività di stoccaggio di gas e petrolio (le attenzioni si concentrano sulle concessioni statali ma anche sui magazzini di Civitavecchia e Vibo Valentia) e dei terreni di Torrevecchia e Argentario. Mentre l’altra rata, da circa 200 milioni, potrebbe essere versata nella seconda metà del 2010. In questo modo la famiglia Sensi guadagnerebbe altro tempo per decidere il destino della controllata As Roma. Anche se resta ancora da capire come racimolare le risorse per liquidare l’eventuale seconda tranche. Sull’ipotesi di una vendita della società calcistica, che è anche quotata in Borsa, Unicredit (azionista del 49% di Italpetroli) avrebbe fatto un passo indietro per evitare al gruppo ulteriori perdite di valore.
A questo punto i riflettori sono puntati proprio sull’istituto di Piazza Cordusio che, anche qualora dovesse accettare la proposta di mediazione di Mediobanca, potrebbe decidere di concedere a caro prezzo la "dilazione" al 2010. Tuttavia, se la banca di Profumo decidesse di procedere per le vie legali, i tempi per una risoluzione del braccio di ferro sarebbero comunque non brevi. In primis, Unicredit dovrebbe ottenere dal Tribunale un decreto ingiuntivo che potrebbe essere momentaneamente esecutivo in modo che il giudice dell’esecuzione proceda alla vendita degli asset. Nel frattempo, però, la famiglia Sensi si opporrebbe per far valere le proprie ragioni e, nel caso in cui il provvedimento del giudice non fosse immediatamente esecutivo, i tempi per una decisione finale si dilaterebbero ulteriormente.

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10 commenti su “F&M: As Roma-Unicredit, la Sensi si gioca il jolly”

  1. Un’ipotesi di riscadenzamento del debito per Compagnia Italpetroli non e’ all’ordine del giorno e non e’ un tema che si sta minimamente affrontando. Almeno per quel che riguarda Unicredit. E’ quanto sottolineano alcune fonti che precisano come al momento non sia stato fissato alcun incontro con Mediobanca, advisor della famiglia Sensi, proprio per la holding che controlla la As Roma.

    Su alcuni organi di stampa oggi erano apparse indiscrezioni su un possibile incontro a breve tra Mediobanca e Unicredit proprio per discutere di un piano per riscadenzare il debito di oltre 300 milioni che Italpetroli ha con la banca di Piazza Cordusio.

    Lo scenario che si delineerebbe sarebbe quello di mettersi nuovamente attorno ad un tavolo per dividere il debito in due tranche: la prima con scadenza dicembre 2009, da 150 mln di euro, da compensare con la cessione dei depositi petroliferi e dei terreni di Torrevecchia e la seconda da 200 mln da far slittare a meta’ 2010. In questo modo verrebbe “salvata” la As Roma o almeno si guadagnerebbe del tempo per evitarne la cessione.

    Ma in assenza di cambiamenti “sostanziali e significativi”, spiegano le fonti, Unicredit non fara’ alcun cambio di direzione e continuera’ nella sua strategia mirata ad operare attraverso tutti gli atti necessari, anche le vie legali, per tutelare i propri interessi.
    Unicredit non accetta, per fortuna!!!

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  2. Infatti in tutto cio’ il problema e’ che potremmo (parlo dei tifosi Romanisti) dover estendere il nostro Purgatorio (ma che abbiamo fatto di male?) per chissa’ quanto tempo, mentre Rosella tenta di tenersi stretta la Roma, per farne cosa, poi, una squadretta ed andare in giro veramente sotto scorta? A me sembra una roba da manicomio, fosse “solo” un’Azienda posso capire, ma qui con in ballo una milionata di persone solo su Roma stare seduti su una polveriera e’ di un pericoloso che non so se la signora se ne rende conto. Non e’ che Mediobanca la sta consigliando male?

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  3. [quote comment=”101793″]A rigor di logica Unicredit,che non ha visto rientrare i suoi crediti dalla Sensi,non dovrebbe accettare un tale piano di rientro.E’ basato sull’ipoteticità: se vendo questo, se vendo quello, poi se il comune mi fa il favore…..questo per la prima tranche.Per la seconda il buio più totale.Poi non riesco a capire quale possa essere la linea difensiva,in un eventuale dibattimento,per la Sensi.Se hai dei debiti e non li onori le cose sono semplici: restituzione.NEl caso non sia possibile si da via alla vendita coatta e rientro di liquidi per i creditori.Insomma come vuole difendersi?Dicendo che lei non ha debiti?Altro modo non lo vedo,insomma,si arrampica sugli specchi.[/quote]
    Si con le persone normali, succede così. per 50.000 euro è da mò che mi avrebbero pignorato anche le mutande. Ma qui mi sembra che entrino in gioco tanti altri fattori, da non trascurare quello politico. Quello che mi spaventa in questa situazione è la prospettiva che vedo certo più nera che il presente. La Roma come gioco di scambio..altro che amore.

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  4. [quote comment=”101793″]A rigor di logica Unicredit,che non ha visto rientrare i suoi crediti dalla Sensi,non dovrebbe accettare un tale piano di rientro.E’ basato sull’ipoteticità: se vendo questo, se vendo quello, poi se il comune mi fa il favore…..questo per la prima tranche.Per la seconda il buio più totale.Poi non riesco a capire quale possa essere la linea difensiva,in un eventuale dibattimento,per la Sensi.Se hai dei debiti e non li onori le cose sono semplici: restituzione.NEl caso non sia possibile si da via alla vendita coatta e rientro di liquidi per i creditori.Insomma come vuole difendersi?Dicendo che lei non ha debiti?Altro modo non lo vedo,insomma,si arrampica sugli specchi.[/quote]
    QUOTO AL 100%

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  5. A rigor di logica Unicredit,che non ha visto rientrare i suoi crediti dalla Sensi,non dovrebbe accettare un tale piano di rientro.E’ basato sull’ipoteticità: se vendo questo, se vendo quello, poi se il comune mi fa il favore…..questo per la prima tranche.Per la seconda il buio più totale.Poi non riesco a capire quale possa essere la linea difensiva,in un eventuale dibattimento,per la Sensi.Se hai dei debiti e non li onori le cose sono semplici: restituzione.NEl caso non sia possibile si da via alla vendita coatta e rientro di liquidi per i creditori.Insomma come vuole difendersi?Dicendo che lei non ha debiti?Altro modo non lo vedo,insomma,si arrampica sugli specchi.

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  6. [quote comment=”101788″]è difficile che l’eventuale decreto ingiuntivo non abbia (almeno) la provvisoria esecutività. In tal caso Unicredit iscriverebbe ipoteca sugli immobili di proprietà dell’Italpetroli che comunque non garantirebbe assolutamente tutto il credito. Prima di arrivare al resto comunque, ci sarebbero almeno altri 2 campionati di m…..[/quote]
    Chico le proprietà di Italpetroli garantiscono il debito anche a prezzi d’asta. Solo che per la famiglia sarebbe una rovina totale e allora … vendete l’AS ROMA e rinegoziate il resto. Ma non ci sentono.

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  7. Ma se la Roma andrà male in campionato, chi darà nel 2010 i soldi attuali (250 circa) per comprarla? Unicredit accetterà un rischio del genere? E se va male chi garantisce? Letta? Geronzi? Ammesso che Geronzi abbia la forza di opporsi a Profumo, suo principale azionista in Mediobanca. E Unicredit si fiderà ancora delle promesse di Rosella? La vedo dura, ma ormai non mi stupisco più di nulla.

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  8. è difficile che l’eventuale decreto ingiuntivo non abbia (almeno) la provvisoria esecutività. In tal caso Unicredit iscriverebbe ipoteca sugli immobili di proprietà dell’Italpetroli che comunque non garantirebbe assolutamente tutto il credito. Prima di arrivare al resto comunque, ci sarebbero almeno altri 2 campionati di m…..

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