“(…) Quella trasmissione non è il mio genere e il contesto è molto poco adatto: io non amo il calcio per niente, il gioco lo amo da morire ma il modo in cui viene commentato in trasmissione a me non piace. Figurati, dopo che hai a che fare col mondo americano, dover arrivare in quel contesto è impraticabile. Io ho ricevuto una serie di telefonate di politica… Cioè c’è gente che mi ha telefonato dicendo: «Allora ora ti do la mappatura politica di Sky, questo è in quota questo…». Io l’ho interrotto e ho detto: «Io voglio parlare dei tiri di LeBron, lei di cos’è che mi vuole parlare esattamente?». E i giorni successivi addirittura un sms anonimo: «Calcio = voti, attento a quel che dici». Eeh?? No no, grazie… Io il martedì decido che per me è finita lì, il giovedì vado da Guadagnini, mio direttore dell’epoca, dicendogli: «Guarda, per me finisce qua».
Io non sopporto il buonismo del calcio, un sacco di cose non si dicono, non si possono dire e allora che cosa stai lì a fare…E se provi a fare qualcosa di diverso è un problema perché stai facendo qualcosa di diverso, quindi non è il mio posto, il mio posto, se c’è nel calcio, è provare a fare il narratore… (…)”
Intervista di Federico Buffa a Il Sole 24 ore, qui l’intervista intera.
Si riferiva a Sky Calcio Show.
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