Ieri attorno ad un tavolo le tre sorelle Sensi hanno parlato della As Roma con Unicredit e Mediobanca. L’obiettivo studiare la strada maestra per la risoluzione alla vicenda legata alla vendita della Roma. LEGGO – Si sono incontrate attorno a mezzogiorno e mezzo, poi le tre sorelle Sensi sono andate negli uffici insieme agli avvocati per fare un punto della situazione prima del contatto fra il legale Gianroberto De Giovanni e Roberto Cappelli, il garante di Unicredit nell`As Roma. E la situazione è questa: l`istituto bancario di Profumo continua il pressing verso la famiglia Sensi, proprietaria di maggioranza della società giallorossa, per avere per intero, e non in parte, il credito che vanta di quasi trecento milioni di euro. Ieri si è scavallata la seconda metà di giugno, ed è iniziato un vero e proprio conto alla rovescia: l`ultimo giorno del mese scade la seconda rata del piano di risanamento siglato fra Sensi e Unicredit la scorsa stagione e la banca non ha nessuna intenzione di concedere ulteriori proroghe dopo che il 30 dicembre passato ItalPetroli non ha onorato la prima scadenza. Comincia il giro di vite. Al centro ci si trova Mediobanca, l`istituto garante un po` di tutti in questa vicenda, `presentato` dalla Sensi nel giorno in cui Fiorentino la convocò per mettere le cose in chiaro.
Mediobanca media mentre Unicredit spinge: al centro ci si trova la famiglia Sensi. La proprietà crede di poter uscire indenne da questa situazione, confida soprattutto nell`aiuto di Mediobanca; la stessa cosa fa Unicredit che vede in Mediobanca l`advisor incaricato a vendere l`As Roma. Ecco cosa manca: la firma sul mandato a vendere da parte dei Sensi.
Eppure, in questa storia per troppi versi misteriosa, c`è chi assicura che il gruppo Fioranelli stia per chiudere l`operazione: di certo Mediobanca non ha promosso le garanzie presentate dall`agente Fifa e, di certo, Unicredit vedrebbe di buon occhio altre soluzioni (una anche finora rimasta segreta). L`imprenditore romano Angelini aspetta, i libici stanno sempre lì (in Libia). Per i Sensi la soluzione ideale sarebbe trovare un socio, ma Unicredit è stata chiara: vuole rientrare interamente della cifra che le spetta. Per questo va avanti. Ma finora i Sensi non si tirano indietro.