LIVORNO, 4 APR – Non basta una magia di Diamanti a far tornare il sorriso in casa amaranto e, anzi, il pareggio di Margiotta su rigore in pieno recupero accende nuovamente i fuochi della contestazione proprio nei confronti di Acori e del suo Livorno. I toscani non vincono in casa dal 7 febbraio e nelle ultime dieci partite hanno raccolto solo una vittoria (a Grosseto), nove pareggi e due sconfitte. Una serie negativa che ha fatto quasi definitivamente sfumare il sogno di conquistare direttamente la promozione in serie A. Ma il risultato fissato al 95′ e su calcio di rigore non deve ingannare: il Vicenza non meritava di perdere e anzi erano stati proprio i biancorossi ad essere più pericolosi nel primo tempo con Botta e Sgrigna, costringendo De Lucia a salvare il risultato i entrambe le occasioni. Così quando finisce il primo tempo dal ‘Picchì piovono bordate di fischi all’indirizzo dei padroni di casa. Nella ripresa il Livorno è più deciso: Acori lascia negli spogliatoi un impalpabile Cellerino (unico acquisto della società al mercato di gennaio) e rilancia Rossini che mette subito in ansia gli ospiti. Poi al 20′ Pulzetti è steso in area da Fortin: gli amaranto chiedono un rigore, ma Gervasoni lascia correre anche se i dubbi restano. Diamanti spinge in avanti i suoi e al 35′ è la sua prodezza a sbloccare il risultato: punizione dai 25 metri e sinistro a giro perfetto che si insacca nell’angolino dove il portiere veneto non può arrivare. Per Diamanti è l’undicesimo centro stagionale. Un gol che potrebbe rilanciare il Livorno in classifica e mettere al sicuro la panchina di Acori, invece un’ingenuità di Rosi al 49’ vanifica tutto: il difensore trattiene vistosamente per la maglia in area Serafini, che comunque era in posizione decentrata, e Gervasoni assegna giustamente il rigore poi trasformato da Margiotta. Alla fine della partita esplode la contestazione dei tifosi e torna a tremare la panchina del tecnico amaranto.