E’ dura, per noi pallonari fissati. E’ dura per noi romanisti, che soffriamo più di chiunque altro qualsiasi sconfitta. E’ dura aspettare sabato. Il primo pensiero, dopo i 90′ di ieri è stato: “quando si rigioca?”. Troppo tardi, la risposta. Sempre troppo tardi. Poco da dire, poco da fare: una settimana dura, lunghissima, con proteste, contestazioni, parole al vetriolo di molti soggetti che con la Roma dovrebbero avere poco a che fare. Quando le cose possono andare male, quest’anno, vanno peggio. Ieri che cosa poteva succedere di “drammatico”? un errore di Stekelenburg, uno di De Rossi ed un altro di Osvaldo, che fra le altre cose causano una sconfitta, con Totti che esce “depotenziato”. Un quadro da incubo, un invito a nozze per chi non vede l’ora di sputare veleno e frustrazione. E’ dura, è dura vedere giocatori crollare dopo un gol. E’ dura sentirsi impotenti, è dura litigare fra tifosi. E’ la cosa peggiore.
Vedi Osvaldo sbagliare il rigore e pensi “mortacci tua Osva’, che m’hai combinato mò?“. Vedi Totti sbagliare passaggi su passaggi e ti dici: “a capita’, ma che c’hai?!“. Vedi De Rossi che sbaglia il passaggio decisivo e ti disperi: “Danieli’, mò che sei titolare, che me combini?! e poi, fatte ‘sta barba che sei più bello senza!“. Vedi Castàn che rimane per terra: “ti prego, Lea’, rialzati, se vuoi ti do la gamba mia, ma alzati!“. Niente, fermi, davanti lo schermo, o sugli spalti, a mettersi le mani fra i capelli, o in tasca e giù ad incazzarsi. Ogni tifoso tra sé e sé pensa: “questi li posso offende’ solo io, domani mi tocca litiga’ un’altra volta!”. Sono calciatori, sono pagati, sì, tutto quello che vi pare, ma in fondo in fondo sono tutti amici nostri, tutti parenti. Sono tutte persone che vorremmo schiaffeggiare e dire loro: “ao, ma ve svegliate?! dai raga’, dai!”, per farli svegliare e farli giocare bene, perché se loro giocano bene, e vincono, noi stiamo. Ed invece ci lasciamo andare a tutto; tutto quello che non dovremmo fare. A offese, insulti, aggressioni verbali e non; trascendiamo nel becero e nell’inciviltà.
A fine partita, quando perdi, ti dici: “che palle, te pareva. Già va tutto male, con tutti i problemi che c’ho, ce mancava solo la Roma” (ah, scusate il romanesco, ma io quando si parla da Roma penso così come leggete). E proprio non riesci ad accettare la sconfitta, il modo in cui è arrivata, che è sempre insoddisfacente. Proprio non riesci a sentire giornalisti ed opinionisti che massacrano senza falsa ipocrisia, senza nemmeno nascondersi, i tuoi beniamini, che sì, saranno calciatori, ma sono sempre tuoi amici stretti. Ognuno di loro sa la tua storia, sa come stai, sa che se segna ti fa sorridere, lo sa, sa che può tirarti su. Speri di andare a dormire e svegliarti a 5′ prima dal match: “la partita sta per iniziare, dai che oggi vinciamo, dai che si riparte!“.
E’ dura, è dura fare a “botte” per decidere chi tifa meglio, chi tifa di più. E’ dura fare finta di niente fino alla partita dopo. E’ dura aspettare sabato. E’ dura, c’è la Juventus. La Juventus. La squadra più forte d’Italia, i campioni, la prima attuale. Una vittoria sembra impossibile, impensabile. E tutti a sperare che si stanchi in Champions, che sprechi energie mentali. Che i Giallorossi si allenino bene, che Andreazzoli capisca i problemi e li risolva, che i ragazzi diano più del 101% in allenamento, che sabato i ragazzi scendano in campo con una voglia matta di vincere, di mordere il pallone. Che a fine partita possano andare sotto la Curva, a ringraziare e non a scusarsi, a festeggiare e non a metterci la faccia. Sabato giochiamo in casa, sì. Sarebbe stato un vantaggio, in altri momenti. E dovrebbe continuare ad esserlo, sempre. Mi piacerebbe vedere un “inferno” Giallorosso, oltre 50 mila voci in coro, gente già abbracciata stringersi ancora di più, dopo un gol. Vorrei vedere lo stadio svuotarsi il più lentamente possibile, con facce sorridenti rivolte verso il centro del campo o i riflettori ancora accesi, ancora per poco. Uscire dallo stadio, o rimanere davanti allo schermo, sul canale della partita, con il telefono in mano pronto ad iniziare la telefonata all’amico dicendo: “Aho! visto? amo vinto! che golletto che j’ha fatto!“.
Forse questi sono deliri, solo sogni. Alla fine, però…ci hanno insegnato che il calcio è anche un sogno, no?
Stringiamoci, stringiamoci tutti, stringiamoci intorno alla squadra, facciamoci forza l’un altro, spingiamo insieme il pallone in porta e riportiamolo insieme a centro campo il più velocemente possibile dopo uno subito, perché dai, dobbiamo pareggiare! stringiamoci forte, cantiamo insieme! rialziamo il compagno caduto, alziamo in trionfo il compagno che ha segnato! giochiamo pure noi, ogni volta! o ce li siamo scordato? sabato siamo tutti in campo, giochiamo tutti! il gol potrei farlo io, come Totti, De Rossi, Osvaldo o ognuno di voi! Guarda quanto è piccolo il pallone rispetto alla porta: il portiere avversario mica può prenderla dappertutto, no?! e allora tiriamola là, dove lui non potrà arrivarci! scendiamo in campo e facciamo di tutto, il massimo possibile, bisogna vincere! facciamo quello che nessun altro può fare! la Roma non ha MAI giocato in undici! MAI! dal 1927 la Roma ha avuto sempre più di 11 giocatori in campo! da quando in qua li lasciamo soli?!
Buttiamo giù tutto, scordiamoci il rancore, scordiamoci che quel fratello romanista prima ha osato darci del laziale, che prima non era d’accordo con noi, e prendiamo la sua mano! lui ha pianto come tutti noi al 7-1, ha pianto e vissuto o ha raccontato la finale contro il Liverpool, la sconfitta contro il Lecce, la sconfitta maledetta contro la Sampdoria che ancora fa male, l’eliminazione contro l’Arsenal, il rigore di Totti in Supercoppa contro l’Inter e i maledetti gol di Diamanti e Giovinco quando abbiamo sfiorato lo Scudetto ancora una volta! Lui ha vissuto tutto questo, come noi! siamo tutti sulla stessa barca, una barca che ora rischia di affondare! quanti siamo?! da solo, in venti, in mille non si risolve niente! stringiamolo forte e cantiamo insieme, da qui fino alla fine, dal primo secondo del prossimo allenamento all’ultimo secondo dell’ultima partita di questa maledetta stagione! tifiamo, TIFIAMO, TIFIAMO E TIFIAMO FRATELLI GIALLOROSSI!
Siamo al 70′, stiamo perdendo. C’è tempo. Abbiamo l’uomo in più. Mò la buttiamo dentro? occhio che il portiere è forte…
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