La solita caccia all’uomo di una parte della tifoseria Giallorossa ai calciatori in difficoltà continua: questa volta la vittima è Simon Kjaer. Il difensore danese sta sì confezionando prestazioni piuttosto scadenti (anche se contro il Catania, nel primo scorcio di partita, ha fatto bene, salvando almeno due gol), ma è evidente che il problema non è tecnico, bensì psicologico. Kjaer è giovane, deve formarsi, deve adattarsi al tipo di calcio, deve riuscire ad affermarsi nonostante ci siano due difensori di livello e d’esperienza come Kjaer e Juan: e a Roma non è facile, l’ha spiegato anche Aldair. Mexès ne sa qualcosa: il francese nelle prime due stagioni a Roma ha fatto pena e compassione, ma nelle stagioni a seguire ha tenuto un rendimento altissimo. Il Romanista riferisce che Kjaer ha lasciato il Franchi con il volto coperto dalle lacrime: è in difficoltà e non ha il benchè minimo appoggio da parte dei tifosi. Fortunatamente ci sono Luis Enrique, Sabatini, Llorente ed i suoi compagni, altrimenti questo ragazzo sarebbe solo. Parliamo di un giocatore che si è affermato in Nazionale, nonostante la giovane età, che nel Palermo ha meritato le attenzioni di big europee, pronte a spendere davvero una cifra altissima. Non può essere diventato un brocco tutto insieme, no? Gli errori fatti da Kjaer sono stati perlopiù dovuti alla linea del fuorigioco e all’impostazione: due peculiarità di questo tipo di calcio, con la quale, però, e nessuno lo dice, anche Heinze e Juan hanno avuto problemi. Heinze all’inizio ha fatto più di qualche errore, poi da gran campione qual è si è adattato ed ha cominciato a guidare la difesa. Juan, invece, continua ad essere in evidente difficoltà, ma dal momento in cui segna tutti si convincono che stia facendo bene. E’ facile, facilissimo, prendersela con i singoli, scagliarsi contro dei giocatori più giovani, ma chi lo fa pensa che al ragazzo possa giovare? A Josè Angel e Bojan fa bene questo trattamento? Questi giovani sono stati accolti con un’aspettativa esagerata, dovuta al fatto che in passato hanno fatto benissimo, e ok, ma sono giovani. E’ normale che abbiano alti e bassi. Forse in pochi lo sanno, ma voglio spiegare qualcosa: a parte i primi tempi di Mexès, qualcuno pensasse ai primi tempi di Thiago Silva, ai primi tempi di Garay al Real (che ora lo ha ceduto, proprio perchè non hanno avuto pazienza), alle prestazioni attuali di Savic al Manchester City, al rendimento altalenante di Ranocchia, uno dei difensori italiani più forti in prospettiva, alle difficoltà dei giovani difensori dell’Arsenal (Koscielny all’inizio era un disastro). Insomma, non è facile per nessuno. Da noi, però, ci sono giornalisti (opinion-maker, oltretutto) che si scagliano contro questi giovani della Roma senza alcuna vergogna. Sì, ci vogliono i calci in culo, ma glieli deve dare l’allenatore. Criticare sì, per carità di chi vi pare, il problema è che questo non si tratta di semplice criticare. L’episodio contro il Siena è l’esempio più chiaro di questa caccia all’uomo: la Roma ha rischiato di stare sotto 3-0 nel primo tempo, ed in campo non c’era Kjaer. Se la Roma ha perso, però, è colpa di Kjaer. E certo. Bisogna sempre trovare un colpevole: dall’arbitro, all’allenatore, al calciatore, al sistema o a qualsiasi altra cosa inerente al calcio. Sempre. E comunque.
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