Partendo dal presupposto che come tifosi vorremmo vedere sempre e comunque la Roma vincente per far si che la nostra giornata e la nostra vita cotidiana si svolga in maniera molto più gradevole, non possiamo nascondere che le ultime tre sconfitte su quattro gare disputate facciano male, molto male.
Capisco la rabbia e la delusione, essere sconfitti non è mai un piacere, soprattutto per noi, che per la magica viviamo una passione che non ha uguali al mondo.
Anche in questi momenti diffcili però dobbiamo rimanere accanto alla nostra fede senza lasciarci prendere dalla depressione e il negativismo più assoluto. Il vero tifoso deve sempre supportare la sua squadra del cuore, nel bene e nel male.
Come tifosi ognuno di noi vorrebe capire tante cose, vorremmo chiedere spiegazioni sulle difficoltà che in questo momento la Roma sta attraversando e che sono palesi, davanti agli occhi di tutti. Ad esempio: come mai un giocatore come Borriello non viene preso in considerazione in una gara fisica come quella di sabato sera contro il Milan? perchè siamo cosi ingenui sia in difesa come in attacco, soprattutto nelle palle inattive? come mai cosi poca cattiveria?. A Luis Enrique vorremo chiedere perchè la nostra difesa invece di marcare a uomo, spesso e volentieri si trova schierata a zona? etc etc..
Sapevamo già che in questa squadra mancavano due terzini e, visti i continui problemi fisici di Juan anche un difensore centrale.
Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata cambiare tanti giocatori con altri cosi giovani e cercare di imporre una nuova mentalità di gioco; per questo non possiamo attaccare la società, l’allenatore e i giocatori giocatori alle prime difficoltà.
Sentire e leggere frasi come: Luis Enrique, non è un allenatore, ridateci Montella, se continuiamo su questa strada andremo in serie “B”, oppure basta di parlare di progetto… ecc. Non credo siano pertinenti ma, sopratutto, non sono sicuramente giuste.
Buttare tutto al vento è la cosa più semplice da fare, invece di continuare su questa strada che sta portando a differenza del passato una vera e propria maniera di gestire una società di calcio di primissimo livello; non scordiamoci che fino a poco tempo fa la nostra Roma è sempre stata gestita come una piccola impresa famigliare.
Oggi la nuova società sta cercando di imporre una vera e propria gestione che vada d’accordo con i tempi che corrono. Ci vuole solo pazienza e ricordare che Roma non fu creata in un giorno.
Vorrei chiarire che non si tratta di approdare tutto quello che venga fatto da questa nuova società, di vedere tutto perfetto. Non dimentichiamo però che quando si vogliono intraprendere nuovi progetti ci vuole sempre tempo e perseveranza. Ma sopratutto non bisogna lasciarsi abbatere dalle prime difficoltà.
Basta ricordare che Spalletti prima di portare la Roma ad essere elogiata da tutta Europa per il bel calcio che esponeva, ha avuto bisogno di tutto il girone d’andata. Sta a noi decidere se vogliamo continuare a far crescere questa nuova Roma oppure farci sconfiggere dalle difficoltà. Però è molto semplice salire sul carro dei vincitori quando all’inizio nessuno di noi avrebbe dato neanche un centesimo per la nostra Roma.
La Roma non si discute… si ama
Riccardo Lelli