…ma la Roma c’è. Nel calcio le rivoluzioni non portano MAI risultati sin da subito, ma in genere ci vuole almeno un anno di assestamento. Guardiamo il Real Madrid e il Manchester City, soprattutto il secondo. I citizens l’anno scorso hanno comprato quasi tutti i migliori giocatori possibili, distruggendo il muro dell’incedibilità con valanghe di soldi. Ma? C’è un ma. Il Manchester City l’anno scorso è riuscito a raggiungere la Champions a fatica, con uno slancio di tre-quattro partite vinte grazie al talento dei propri campioni. Quest’anno stanno raccogliendo i frutti: con acquisti mirati e non casuali Mancini ha trovato il bandolo della matassa. E i citizens si sono rilanciati. I Blancos l’anno scorso hanno avuto la rivoluzione Mourinho, che ha trovato non poche difficoltà nel portare la propria idea di calcio. Nel primo anno si rende fertile il terreno e si comincia a seminare, nel secondo anno…
E questo è anche il caso della Roma. Molti si lamentano di una Roma sconclusionata, debole, macchinosa…e quindi? Premetto che non è giustificazionismo, sia ben chiaro. Al primo anno, dopo 11 acquisti (per ora), cosa ci aspettavamo? Anzi. La Roma, dopo 10 partite di campionato riesce ad imporre il proprio calcio anche in casa del Genoa, riesce a mantenere per molti minuti il controllo della partita nonostante la squadra sia piena di ragazzi giovani. Il tecnico asturiano è riuscito a creare un gruppo vero e proprio, tutti lottano insieme. Da qui si parte per vincere. La Roma c’è, e siamo solo all’inizio.
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