È tornata la Roma. Il direttore sportivo Daniele Pradè si mostra soddisfatto e fiducioso della Roma ma anche sereno quando si tocca l’argomento rinnovo contratti. «Abbiamo ripreso a fare quello che è da Roma, cercando di dare continuità a risultati che sono quelli consoni a questa società». «Ci sono delle stagioni che nascono in maniera particolare, questa per noi era nata male, con tantissimi infortuni e la necessità di metabolizzare la scomparsa del presidente Sensi. Il derby però ci ha dato tanto, è vero, è stata una partita importantissima in un momento di difficoltà. Da lì adesso dobbiamo prendere la carica per risalire». Anche in Champions League. «Mercoledì abbiamo una partita importantissima con il Cluj- ha aggiunto- Una gara davvero difficile, su un campo caldo dal punto di vista del tifo e freddo dal punto di vista della temperatura. Non dimentichiamoci che il Cluj in casa ha fermato il Chelsea…». Capitolo nuovo modulo, un discorso che Pradè ha detto essere partito da lontano, non improvvisato. «Già durante la campagna acquisti Spalletti ci ha detto ‘Proviamo a fare qualcosa di diversò, ma senza tralasciare quanto fatto di buono in questi tre anni. L’idea del nuovo modulo parte quindi da lontano. Poi però ci si sono messe tante cose… Noi comunque vogliamo sempre migliorarci». Finale dedicato ai rinnovi contrattuali. «Ci sono rinnovi che dobbiamo assolutamente fare- ha assicurato Pradè- e ci stiamo lavorando. Sono sereno sulle questioni di Aquilani, Taddei, Vucinic… Parliamo con loro tutti i giorni, poi è chiaro che un rinnovo è sempre una contrattazione. Noi comunque abbiamo dimostrato in questi anni di potere rimanere ad altissimi livelli. Siamo stati campioni d’Italia per 50 minuti, abbiamo vinto due Coppe Italia e una Supercoppa, ci siamo sempre battuti con l’Inter. Insomma, abbiamo dimostrato grande forza e grande voglia. E queste caratteristiche ci sono ancora. I nostri tifosi credo debbano essere orgogliosi di quanto è stato fatto. Vogliamo continuare su questa strada. Bisogna però anche rendersi conto della realtà, delle difficoltà che ci sono ad essere competitivi di fronte ad offerte che non possono non essere prese in considerazione. I grandi club, italiani ed esteri, restano sempre super top e sarà difficile essere competitivi economicamente con loro».