Forza-Roma.com – Bisogna tornare indietro 19 anni per ricordare una sconfitta della Roma nella prima di campionato in casa. Era il 7 settembre 1992 quando fu il Pescara di Allegri (sì, l’allenatore del Milan) guidato da Galeone ad espugnare il fortino romanista grazie ad un gol di Nobile. Altri numeri, nelle ultime 17 stagioni la Roma ha perso soltanto due volte la prima di campionato. Nel 2002 contro il Bologna, e nel 2009 contro il Genoa. E come se non bastasse, erano 43 anni che la magica non perdeva in casa con il Cagliari, fu il 17 novembre 1968, Roma-Cagliari 1-4.
Sicuramente l’11 settembre 2011 sarà un giorno da dimenticare per tutti noi tifosi della Roma, visto e considerato che ci si aspettava un finale diverso, ci aspettavamo una vittoria per iniziare con il piede giusto non solo questa nuova stagione, ma una nuova era che ci fa ben sperare, anche se i primi risultati della Roma americana non siano cosi confortanti.
Chi non ha visto la partita potrebbe pensare a una squadra che ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare e che non ha ancora un gioco. Nulla di tutto questo, anzi, l’esatto contrario. La squadra c’è, il modulo anche, gli uomini altrettanto e l’inizio del campionato non è assolutamente da giudizi affrettati, bisogna dare tempo a una squadra che è stata la più rivoluzionata di tutta la Serie “A”, con 8 nuovi giocatori schierati nella prima gara di campionato, cosa che non accadeva da 14 anni.
Forse chiedere tempo e pazienza, ad una piazza come la nostra, dopo l’eliminazione dalla Europa League, e questo primo passo falso in campionato potrebbe sembrare una presa per i fondelli, visto e considerato che nel calcio di oggi quello che veramente conta sono i risultati. Invece no, questa Roma c’è e si vede, perchè a differenza dello scorso anno la squadra ha ritrovato una vera e propria identità di gioco, con molto possesso palla, tante occasioni da rete e una mentalità diversa.
Allora perchè questi risultati?. Molto semplice, il voler imporre una nuova mentalità di gioco diventa sempre una mossa molto azzardata, basta ricordare il Milan di Sacchi che nelle prime uscite perse tutto o quasi, ma poi diede una vera e propria lezione di calcio vincendo per diversi anni sia in Italia cosi come a livello internazionale.
A questa Roma di Luis Enrique manca un po’ di aggressività e più velocità di manovra, non può addormentarsi pensando solo allo schema e far si che la squadra avversaria si riposizioni dietro la linea della palla, bisogna andare negli spazi per essere più aggressivi e creare molte più occasioni da rete di quelle che fino a questo momento la squadra è riuscita a creare vista la relazione possesso palla – e azioni da rete.
Non bisogna però fare una tragedia, era prevedibile che le prime gare di questa Roma non sarebbero andate come molti di noi ci aspettavamo. Luis Enrique è abituato alla mentalità del Barcellona, una squadra che gioca così da sempre, dove i giocatori conoscono i movimenti a memoria. Il tecnico viene ad insegnare un calcio che noi italiani non comprendiamo; quando capirà che dovrà adattare la sua filosofia di gioco alla realtà del calcio italiano, allora si che vederemo una grande Roma”.
I campioni si misurano dalla capacità di sapersi rialzare affrontando faccia a faccia le nuove difficoltà che la vita ci mette davanti. L’importante non è cadere mai, ma sapersi rialzare, da li si vede la forza di un uomo o di un gruppo.
Allora è stato bello vedere incitare e applaudire la squadra dopo il flop casalingo con il Cagliari. Con i suoi sostenitori vicino, questo progetto prima o poi decollerà, adesso però è ora di guardare avanti e rimanere a guardia di una fede… fede Giallo Rossa!!!
Riccardo Lelli