Cinque anni di reclusione e revoca del beneficio dell’indulto. È la richiesta di condanna fatta dal sostituto procuratore generale Otello Lupacchini al processo d’appello per l’imprenditore ungherese Zoltan Szlivas, accusato di aggiotaggio e tentata estorsione al presidente Claudio Lotito, nell’ambito dell’inchiesta per le presunte irregolarità legate al tentativo di scalata alla Lazio Calcio da parte di un fantomatico gruppo industriale ungherese indicato dall’ex ‘bandierà laziale degli anni ’70 Giorgio Chinaglia. In primo grado, a conclusione del processo con il rito abbreviato, Szlivas fu condannato a 2 anni e mezzo di carcere per aggiotaggio; assolto invece per la tentata estorsione. Il Pg Lupacchini ha chiesto anche ai giudici della I Corte d’appello, presieduti da Antonio Albano, di revocare allo stesso Szlivas i benefici dell’indulto perchè l’attività che ha determinato la sua condanna in primo grado non rientra nei termini coperti dalla legge. Il prossimo 24 aprile, conclusione del processo d’appello. Nell’ambito della stessa vicenda è ancora in corso il processo di primo grado nei confronti di Giorgio Chinaglia, degli ‘Irriducibili Laziò Fabrizio Piscitelli, Fabrizio Toffolo, Yuri Alviti e Paolo Arcivieri, dell’imprenditore Guido Carlo Di Cosimo, del portavoce di Chinaglia Giuseppe Bellantonio, del commercialista Bruno Errico e di Fabio Di Marziantonio.