Hai voglia a parlare, ma il tifo della Roma non è pronto. Sabatini ha chiesto complicità, ma qui serve anche pazienza. Si parla di progetto Barça, anche se il nostro è più simile a quello dell’Arsenal, e poi si chiedono nomi altisonanti. Il Barcellona ha cominciato a spendere milioni e milioni quando ha cominciato a vincere trofei su trofei, fino a quel momento ha costruito le proprie vittorie, o sconfitte, sul proprio vivaio. In campo ci sono quasi tutti “canterani”, che vuol dire questo? Che i blaugrana hanno puntato tutto sulla propria primavera, gli acquisti erano ciligie da mettere sulla torta. Ai tifosi della Roma questo non piace, la maggior parte del tifo romanista storce il naso quando si parla di mettere in prima squadra, fissi, Okaka, Rosi, Greco, Curci, D’Alessandro eccetera. “Così quando vinciamo? questi giocatori non sono pronti” eccetera. E non solo riguardo ai propri giocatori. Sul mercato, sta arrivando Nego: quasi tutti contro quest’operazione perchè è uno sconosciuto. Complimenti, tutti conoscevano Maicon o Evrà, per esempio. Tutti direttori sportivi, tutti esperti di calcio. Anche io come voi vorrei vincere subito, ma la nostra è una squadra che deve fare un cambio generazionale, deve svecchiare, di anno in anno, fino ad avere un’età media di 25/26 anni. Sabatini non è qui per portare solo giovani promesse, ma non è qui nemmeno per spendere 40 milioni per Pastore. Deve riuscire a fare un giusto mix: i mezzi non sono pochi, ma rispetto alla missione non sono moltissimi. Rendiamoci conto di questo. La Roma è una squadra stanca, buona parte della rosa ha giocato per 4 anni di fila, sempre gli stessi 11/14 giocatori. Si critica Marco Cassetti, un uomo che praticamente dal primo giorno in cui è arrivato gioca e si spacca la schiena, quasi senza fermarsi mai. Temo che la tifoseria della Roma non sia pronta a vivere, nè a sostenere il progetto americano, il progetto per cui Sabatini sta lavorando. Bojan, Verratti e Nego non sono campioni affermati, la certezza che lo saranno non ce l’ha nessuno…ma io sono pronto a sostenere questo progetto. Si fa un gran parlare di Montoya, che praticamente nessuno ha mai visto giocare, se non una o al massimo due partite. Non è assolutamente detto, per esempio, che sia meglio di Nego o dello stesso Rosi. Burdisso Jr., vorrei ricordalo, è stato bocciato dopo due partite. Okaka non ha fatto meno gol di Bojan, stavo vedendo le sue statistiche (con 30 partite di meno se non sbaglio), eppure qui è considerato un quarto di giocatore, quando di solito gli attaccanti come lui scoppiano verso i 25/26 anni. Per vincere ci vuole pazienza, ci vuole tempo e anche complicità. A Roma non c’è nulla di tutto questo. Non ditemi “perdiamo da 80 anni, più pazienza di questa…”, questa non è pazienza, è amore. Ed è diverso. Il mercato ancora non è iniziato e già ci lamentiamo, già vogliamo ufficialità, già critichiamo Sabatini e compagnia, diciamo che sono bla, bla, senza pensare che senza un organigramma definito è impensabile lavorare TRANQUILLAMENTE sul mercato. Sabatini, evidentemente, lo sta facendo…ma tra un colloquio di mercato un altro deve chiamare dirigenti vari.
Il problema di Roma e della Roma è che sono tutti esperti, tutti si affidano a giornalisti (o sedicenti tali), che si eleggono a portatori di verità assolute, che mentre si elogiano criticano gli altri giornalisti. Roma (sempre sportiva, sia ben chiaro) è malata, dentro di me spero che la nuova proprietà porti un’altra mentalità, faccia crescere la piazza.
Il mercato si critica il giorno dopo che è finito, non prima o durante. E’ come dire che un dolce non è buono da com’è messa la farina. A Roma c’è un cartello: “lavori in corso”. E noi siamo pregati di attendere. Tanto svenarci o criticare qualsiasi giocatore accostato alla Roma, senza conoscerlo minimamente o approfonditamente, oltretutto, non cambierà il nostro mercato. Dalle parti nostre non sarebbero mai potuti sbocciare giocatori come Pedro e Busquets, che sono stati inseriti lentamente e a con calma. La Roma vuole diventare una grande squadra? I Romanisti devono diventare una tifoseria da grande squadra. Potenzialmente siamo i migliori: sbocciamo. Insieme alla nuova Roma. Ci vuole complicità, come ha detto Sabatini, l’uomo a cui abbiamo affidato tutti i nostri sogni.
