Non è la prima volta, ma mai come questa volta la Roma è ai suoi piedi. Dalla sua prestazione dipende, molte volte, il risultato finale. Contro il Bayern Monaco: nel primo tempo stava giocando male e la Roma era sotto 2-0. Nel secondo tempo prende in mano il pallino del gioco e cambia tutto. Non è una casualità. Quando ha la palla tra i piedi i difensori avversari lo raddoppiano e cercano di buttarlo a terra in tutti i modi. Non ci sono riusciti i giocatori dell’Udinese, tantomeno quelli del Bayern Monaco. Stasera ci sarà una sfida nella sfida: Jeremy Menez contro Javier Pastore. Secondo il mio modesto parere, il primo è più completo. Non solo svolge fantasticamente i ruoli dalla trequarti in su, ma ha anche imparato a fare la fase difensiva. Recupera palla nella propria trequarti e guida l’avanzata giallorossa. E’ maturato ed ora ha le chiavi della Roma. Pastore è talentuosissimo: in attacco fa sempre la differenza, ma spesso vuole strafare e non ama retrocedere troppo in campo. Sono entrambi lunatici, ma Le Prince (non tutti capiranno il riferimento…) sono almeno tre partite di seguito che fa da protagonista e, a quanto pare, Ranieri ha deciso di puntare su di lui. E’ da più di 6 mesi che parlo della stima che Ranieri ha per Menez, ha deciso di farlo crescere così, usando tanto (forse anche troppo a volte) bastone e poca carota. Ora è un giocatore nuovo, con un’altra testa. Ora è lui l’incognita della Roma, la x da cui dipende tutto. In questo momento è lui l’uomo chiave e lo sarà anche stasera.
Ave atque vale.