AS ROMA – FORZA-ROMA.COM (Marco De Stefano)
1) Fattore sfortuna
Più di dieci anni fa, era la stagione 99/00, Corrado Guzzanti, tifosissimo giallorosso da sempre commentava, sotto i panni del personaggio Lorenzo-Ghezzi critico di cinema, l’uscita del primo capitolo della saga di Harry Potter con queste profetiche parole:
“Esiste la magia? Lo sa benissimo il tifoso giallorosso vittima de un campionato de malocchio con lo striscione bruciato ed il pupone sacrificato in una notte de luna piena.
Lazio che vince? Com’è possibile? E’incredibile; è un fatto, un evento naturale? Io dico de no, ma la scienza non può spiegare tutto.”
Effettivamente c’è da concordare che le vittorie dei cuginastri sono eventi innaturali, causati da strani fenomeni astrali di congiunzione che capitano solo ogni 10, 15 anni. Forse quest’anno è il classico anno infausto dove i laziali devono dire la loro, speriamo de no perché non c’è logica in tutto ciò. Invece i campionati mediocri e sfortunati della Roma sembrano alternarsi ormai ogni 2-3 anni, un po’ troppo per il povero cuore dei supporter capitolini, con il peggio raggiunto nella stagione 2004/05 con i 4 allenatori consecutivi. Quest’anno inoltre ci si mette pure un Totti iellato che, pur rilevandosi molte volte il migliore in campo, proprio non riesce a metterla dentro.
2) Fattore Atletico
Ma se invece la sorte non c’entrasse? Se invece Reja avesse fatto quello che Ranieri ha forse sottovalutato, ossia una preparazione atletica all’altezza di un campionato di serie A?
Brividi.
Perché, diciamocela tutta, la Roma viaggia ad un media che non è certo da Serie A, e se lo è, lo è al limite; la squadra ha dei cali fisici spaventosi, di cui hanno puntualmente approfittato squadre del calibro di Bologna e Cagliari. Siamo però ad ottobre e non si può certo dire “ci penseremo dalla prossima stagione”, quello lo puoi dire a marzo, aprile, se le cose sono andate in maniera mediocre, come 2 stagioni fa. Come rimediare ad un danno simile? Se il problema fosse veramente fisico c’è da mettersi le mani nei capelli, poiché è dura, veramente dura rimettersi in condizione rispetto agli altri a campionato partito. Che ci sia da rimpiangere i gradoni di Zeman? Per molti aspetti si, soprattutto per il fatto che se si prendevano due goal a partite se ne facevano almeno altrettanti, lo spettacolo era garantito, ed in più a fine campionato le sue squadre correvano il triplo delle altre.
3) Fattore psicologico
Ranieri s’interroga “qual è la vera Roma?”.
Come qual è la vera Roma? E se non lo sa lui lo dobbiamo sapere noi? Chiediamo ad un indovino, Roma ne è piena.
Ne frattempo speriamo vivamente che la squadra non sia quella vista l’altro ieri col Basilea, dove ogni volta che si cambiava canale e si tornava alla partita era un goal in più per gli svizzeri.
Una sofferenza totale.
Anzi roba da Supernalotto, chissà potremmo giocarci i 21 goal subiti, le 10 partite giocate e le 5 o 6 sconfitte, adesso non ricordo. Poi magari con i 170 milioni di vincita ci compriamo noi la Roma. Riso amaro.
Il problema vero è che le parole di Ranieri sembrano sottolineare uno sbandamento del comandante nel controllo della nave, uno slacciamento del rapporto stretto tra squadra e allenatore.
Caro Claudio, la Roma è la tua squadra, devi essere tu a sapere cosa succede in campo, devi essere tu a stringare i ragazzi e a motivarli. Perché il tifoso giallorosso è si abituato alla sofferenza, ma anche alle vittorie, e quelle arrivano col contagocce, sono eventi rari in un mare di sconfitte.
E perché la squadra è maledettamente competitiva ed è tuo compito farla girare a dovere.
Claudio, la magia non esiste, neanche la fortuna e questo lo sai tu meglio di chiunque altro, visto che l’anno scorso c’hai condotto ad una cavalcata incredibile, arrestata da un’unica partita che ci è costata il quarto titolo. I meriti che hai avuto fino ad ora nessuno te li può togliere, ora è tuo compito fare tornare la Roma ad essere quella squadra battagliera dell’annata scorsa.
4) Alternative.
Sono sicuro che nessuno a Roma vuol vedere Mr.Lippi sulla panchina giallorossa.
Tolta questa opzione rimane ben poco. Leonardo dal punto di vista umano è sicuramente un personaggio interessante, ma latita per quanto riguarda un’esperienza di lungo corso. Altri nomi venuti fuori sono Donadoni e Zola, troppo poco per la nostra Roma. L’unico personaggio che veramente potrebbe tirare fuori dal pantano questa squadra è Gus Hiddink. Esperienza decennale, risultati unici anche con squadre non di prima categoria e soprattutto una personalità unica e forte, un condottiero cosciente dei propri mezzi, quello che serve ai giocatori romanisti ora.
Uno sconsolato Guzzanti concludeva così la sua critica su Harry Potter e sulla stagione 99/00 della Roma:
“E allora ben venga il nostro Harry Potter, mago in erba, ma erba di quella buona, de quella che te fa volà.”
A noi Claudio, ci fa volare solo la Magica, quella con la M maiuscola. Sappiamo che anche per te è lo stesso, Roma è per te un sogno divenuto realtà, sta a te trovare la soluzione e non perdere quel treno giallorosso che passa una sola volta nella vita. Se no tutti al cinema, perché, purtroppo, le stagioni maledette della Roma sono un film già visto troppe volte.