George Soros, l’uomo che vorrebbe comprare la Roma, conosce il mondo del calcio. E’ nato a Budapest 78 anni fa, ha vissuto a Londra sino al 1956 e ora che ha fatto fortuna negli Stati Uniti continua a seguire regolarmente le vicende del calcio europeo. E anche italiano. Lo segue in tv. Conosce la Roma, è conosce anche Totti. Non è, insomma, uno sprovveduto in materia. E questo spiega il suo interessamento: è stata la Inner Circle Sports, che già si era interessata della cessione del Liverpool, a consigliare a Soros l’affare-Roma. Il football inglese, d’altronde, è finito in mani straniere e non è che se la passi male, anzi. Il Chelsea, il Liverpool, il Manchster stanno andando a gonfie vele e Tevez, che ha segnato mercoledì il gol contro la Roma è una riserva che guadagna più di Totti. Gli speculatori, insomma, hanno portato bene al calcio d’Inghilterra: questo per dire che Soros, potrebbe essere una garanzia. Lui sa cosa vale il brand Roma nel mondo, e vuole investire tanti soldi: la "conditio sine qua non" (che un presidente, anni fa, tradusse in "siamo qua noi…") è quella di avere uno stadio nuovo. Stile l’Emirates del Liverpoool. Un autentico gioiello che ha permesso al club inglese di portare i proventi da stadio da 60 a 130 milioni all’anno. In Italia un club ha mediamente ricavi da stadio intorno al 12%, in Inghilterra è sul 42%. Soros, questo, lo sa benissimo. Lui vuole fare una grande Roma, mettendoci tanti soldi. E rinnovando, ovviamente, il contratto ai giocatori che sono più ambiti sul mercato (Mancini, De Rossi e Aquilani). Soros aspetta una risposta della famiglia Sensi per iniziare a trattare: i suoi emissari, cioè la Banca d’affari Rotschild, sono pronti a chiudere in 48 ore. Partendo da un’offerta di 250 milioni di euro. Bassa, che però potrebbe salire subito. Soros chiaramente farebbe un’Opa, offerta pubblica d’acquisto: il 66% spetterebbe alla famiglia Sensi, il resto al mercato. Non si sa ancora cosa risponderà Rosella Sensi: accetterà di trattare? Forse sì. Anche se in tanti sconsigliano alla Sensi di cedere la Roma: i grossi club temono l’arrivo di Soros perché farebbe lievitare il mercato e loro non potrebbero più dare la caccia ad Aquilani e De Rossi. Questa la verità. Galliani e c. preferiscono che la Roma resti com’è. Non che diventi troppo forte. Magari preferirebbero che si indebolisse perché ora, sicuramente, è una delle squadre che gioca il calcio migliore in Italia. Il Coni teme di perdere la Roma: che ci farebbe con l’Olimpico? La stessa Lazio vuole andare via e farsi uno stadio tutto suo. Anche il mondo politico non approva l’arrivo del magnate Usa. In tanti si stanno mettendo contro: Soros potrebbe anche decidere di lasciar perdere. Ma in questo caso, la famiglia Sensi è in grado di investire ancora sulla Roma? La squadra va rinforzata, i campioni vanno tenuti. I Sensi hanno già un piano onoroso con la Banca Unicredit: devono alienare asset di famiglia per 370 milioni di euro (il che significa 10-12 milioni solo di interessi annui…). Fra gli asset c’è il polo di Civitavecchia, terreni e case a Roma e Massa Marittima, la stessa Villa Pacelli dove abitano ora i Sensi. Chiaro che il piano è spalmato in tantissimi anni, ma, tornando alla Roma, i Sensi vogliono ancora investire molti soldi? Franco Sensi ha fatto tantissimo, è un presidente che passerà alla storia di questo club: ma ora per la Famiglia è arrivato il momento più difficile e anche più doloroso. Deve decidere che fare.
Da La Repubblica