La Roma si appresta a vivere l’ennesima finale di coppa Italia al cospetto della rivale ormai passata alla storia recente come storica, l’Inter di Moratti e dallo scorso anche di quell’uomo capace di essere sempre presuntuoso e poco elegante, Josè Mourinho. Alla finale di Coppa Italia fra qualche ora penseremo seriamente, l’obiettivo è appetibile per tante ragioni, la stellina sul petto è uno di questi ma non possono passare inosservate le parole del calciatore della Lazio Kolarov che rimbombano quasi come eco a quelle del compagno di squadra Brocchi al termine della partita della vergogna. Il serbo ha scelto di sfogarsi al rientro a casa, non è da sottovalutare perchè con il clima che si respira in Italia, il difensore biancoceleste rischia al suo rientro un vero e proprio “linciaggio” da società e tifoseria. “Questa non è più una passione. Non riesco a capire come qualcuno preferisca danneggiare gli altri piuttosto che assistere ad un successo della propria squadra. Immaginate come si possa giocare ascoltando il coro ‘se vincete, ve menamo”. Poi il serbo corregge il tiro sulla regolarità dell’incontro ma le frasi dette che si aggiungono a quelle di Brocchi di domenica sera non fanno altro che avvalorare la tesi che l’articolo 7 del nuovo codice di giustizia sportiva calzi a pennello nella partita della vergogna. E’inutile che ci nascondiamo con la dietrologia che tutto è sempre esistito, mi spiace non essere gradito dai tifosi laziali e indirettamente da quelli interisti che appaiono oggi molto più presuntuosi di prima, “vincevamo lo stesso” sì, può darsi, ma in molti dimenticano che l’Inter negli ultimi due mesi non ha vinto fuori casa. Non era la Lazio la squadra più in forma del momento? Ha espugnato Bologna e Genova, ha messo in seria difficoltà la Roma, scusate ma dove era la squadra che poteva andare in vacanza a tre giornate dalla fine? Saranno stati i tifosi ad intimidire i giocatori iniziando un’opera atta a lasciare il campo all’Inter, saranno stati gli stessi giocatori a mollare giocando una gara senza impegno, chiunque sia stato o qualunque sia stato il motivo, l’odio per la Roma principalmente, un fatto è innegabile: è stato influenzato il risultato della gara a favore di una squadra per non consentire in maniera volontaria che la Roma (nemica storica) potesse restare in vetta alla classifica. Basta per definirlo illecito?