Top e flop in Bodo/Glimt Roma: Pellegrini sempre pi๠in palla

Nessuno si aspettava sentenze definitive sui quarti di finale tra Bodo/Glimt-Roma dopo il match di andata, ma il fatto stesso che i giallorossi abbiano giocato con ben altra personalità  e concentrazione rispetto alla partita in autunno, sempre su questo campo, la dice lunga sui passi in avanti fatti dal gruppo. Qualcuno potrebbe obiettare che, rispetto alla famosa notte del 6-1, siano cambiati diversi interpreti. Vero, ma Mourinho ora é finalmente seguito e la squadra segue determinati concetti. Pochi, ma almeno ora vengono seguiti.

Premessa doverosa quella che abbiamo fatto su Bodo/Glimt-Roma, perchà© senza partire da questi presupposti non si capisce il particolare momento che sta vivendo questa squadra. Capace in un modo o nell’altro di dare un senso al finale di stagione particolarmente travagliato. Si vedono ancora errori ampiamente evitabili, ma la sensazione é che questo gruppo possa togliersi delle soddisfazioni. Indipendentemente dalle leggerezza di alcuni singoli visti anche in Conference League.

Peggiori in campo di Bodo/Glimt-Roma tra gli ospiti

Rui Patricio 4. Mai come in questo caso, la deviazione sul tiro che ha regalato il pareggio momentaneo ai padroni di casa non vale come attenuante. La conclusione era lenta e resta lenta, oltre che centrale. Sottovaluta l’intervento e ci va troppo molle, regalando un gol che ridà  fiato non solo agli avversari, ma anche al pubblico di casa, che sembrava non crederci pi๠di tanto.

Vina 4. Entra e sbaglia tutto quello che puà², risultando decisivo (in negativo) sul risultato finale. Regala la punizione dalla quale nasce il gol della sconfitta, per poi tirare in curva in modo sconsiderato la palla che in pieno recupero avrebbe potuto ridare il pareggio alla Roma.

Ibanez 5. Soffre per buona parte della partita la maggiore freschezza di Koomson. Da un po’ di tempo appare in controtendenza con la crescita generale del pacchetto difensivo ed anche in Conference League appare non nel suo momento migliore. Kumbulla alle sue spalle, a questo punto, inizia a scalpitare.

Migliori in campo di Bodo/Glimt-Roma tra i giallorossi

Pellegrini 7. Condizione fisica e mentale invidiabile. Il gol nel derby lo ha definitivamente sbloccato ed anche in Conference League conferma l’ottimo momento con un bel gol di sinistro. Gioca leggermente pi๠arretrato, ma in questo modo riesce ad essere finalmente nel vivo del gioco, senza troppi compiti tattici.

Mkhitaryan 6,5. Finalmente nel vivo del gioco con un minimo di continuità . Non commette errori e serve un assist al bacio a Pellegrini. Ad oggi basta e avanza.

Condividi l'articolo:

7 commenti su “Top e flop in Bodo/Glimt Roma: Pellegrini sempre pi๠in palla”

  1. Leggo con piacere lo scambio di pareri tra Attilio e Val… io ho un vago ricordo di quella Rometta, ero poco più che un bambino, però ricordo molto bene i due scudetti di Viola prima e Sensi poi, il “brasiliano” che cambiò la mentalità giallorossa facendola diventare vincente, i campioni come Nela, Bruno Conti, DiBa, i ritiri estivi in Alto Adige e poi il resto è storia recente con Totti, De Rossi, Montella, Cassano ecc. ecc.
    Quella americana è una Roma nellaquale spesso non mi sono più riconosciuta, forse perchè sono rimasto legato a quei due grandi presidenti italiani che hanno fatto diventare grande la Roma.
    Oggi? Oggi tutto è cambiato, gli scudetti se li palleggiano le tre strisciate e fate caso… da più di 20 anni nessuna squadra ha mai più vinto uno scudetto al di fuori di quelle 3… è solo un caso? L’ultima fu proprio la Roma nel 2001. Senza dimenticare gli scudetti di Napoli, Sampdoria, Lazzie e Verona.
    Il calcio si gioca con orari e giorni improponibili, è in mano ai diritti Tv e ha perso secondo me quasi tutto il suo fascino. Quel fascino di quando, appunto, si aspettava la domenica allo stadio o con la radiolina e tutte le squadre giocavano alla stessa ora.
    Intanto giovedì speriamo di asfaltare l’odioso e presuntuoso Bodo (che provoca allenandosi a Formello), rimandiamoli a giocare con le foche al polo nord!!
    Che almeno ci diano indietro quei due rigori clamorosi che ci hanno vergognosamente negato all’Olimpico.

    Rispondi
  2. IN ATTESA DELLA PARTITA DELLA ROMACON LA SALERNITANA……e ripensando a quanto avvenuto in Norvegia giovedì scorso:come ben sapete, sono purtroppo per me un vecchio tifoso di curva sud..e giusto stamattina , avendo una occasione di parlare dei nostri colori con mio figlio,sono venuto ad una conclusione (abbiate la pazienza di ascoltare un vero vecchio giallorosso..).
    Ho vissuto la Rometta…non quella che moderni giornalisti che all’ epoca non erano nemmeno nati,…no, no…..proprio la Rometta, quella di Oronzo, quella che non poche volte lottava per non ripetere l’ infamia del 1951..quella che ha sopportato inane la peggior coppia di terzini che un club possa augurarsi, Olivieri e Sensibile…quella di Enzo (pace all’ anima sua) che non sapeva nemmeno di essere un giocatore di calcio, eppur celebrato oggi sui social da gente che nemmeno lo ha mai visto giocare (??!!)…e potrei citare mille altri che preferisco tacere per amor di patria.
    Quella era la ROMA dei miei giorni di gioventù, eppure quella che riusciva a coagulare almeno settantamila tifosi allo stadio per una finale di torneo italo inglese contro il Blackpool…
    Una squadra, ma soprattutto una società a cui mancava sempre un’ anima ribelle contro la stasi di un team amabilmente circonflesso nel suo “potrei, ma non posso”….
    Ci volle un brasiliano poco brasiliano per poter rompere gli argini di una mediocrità conclamata nel tempo….il nome non lo dico perchè già lo sapete, anche se non lo avrete mai visto dal vivo.
    Forse ce ne fu un altro, un tedesco che purtroppo doveva giocare da solo…e che, nonostante tutto, ancora oggi ci ama per l’ amore che abbiamo saputo dargli.
    Il tutto per dire che senza giocatori che hanno un’ anima immensamente al di sopra degli altri, difficilmente una squadra riesce a dare il meglio di sè.
    Nonostante tutto, sempre, sempre FORZA ROMA.

    Rispondi
    • Ciao Attilio, è sempre bello leggerti. Non ho vissuto quella Rometta per motivi anagrafici, ma leggendo il tuo commento non so dire se sia stato un bene oppure no, perché nelle tue parole si sente l’eco di speranze e delusioni settimanali sopra le quali, però, c’era sempre un senso di unità e comunione tra tifosi che forse oggi si è indebolito.
      Io non so se ti intendo con precisione quando parli di anima, ma se quello che ho capito è giusto, non saprei in generale trovarne nel mondo del calcio odierno, non solo nella Roma purtroppo.
      Quando ero piccolo il calcio era ancora qualcosa che si viveva un giorno e si immaginava per una settimana, e anche quel giorno lo si viveva dalla distanza di un posto allo stadio o dalla voce che usciva da una radiolina. Oggi i calciatori, come molti altri del resto, non lasciano nulla all’immaginazione e ostentano in continuazione in proprio status personale. Questo rende difficile il senso di appartenenza e ancor più un senso di comunione. Ho sentito spesso dire: i giocatori passano, la Roma resta. Però secondo me non è così, perché diversi giocatori sono rimasti nel mondo Roma, anche per chi non li ha vissuti. Alcuni sono ovviamente quelli che tu citi.
      Forse quello che oggi ci intristisce èil percepire che la Roma di oggi è piena di passanti, giocatori che non lasceranno il segno o che non ci tengono poi così tanto a lasciarlo.

      Rispondi
      • caro Val, hai detto cose sensate, anzi sensatissime…per ragioni anagrafiche capisco che il mio sia un linguaggio che avrebbe bisogno quanto meno della stele di Rosetta per poter essere decifrato. Sono praticamente un dinosauro forse scampato al meteorite dello Yucatan..non so cosa darei per poterti portare con me all’ Olimpico di quegli anni….per farti vivere da cosa nasce il mio amore per questa squadra…quella che aveva in Peirò e Cappellini i miti della nostra gioventù…il discorso di Dante alla curva Sud, le bandiere, ..ma capisco che non è facile immaginarlo. Sei una persona talmente intelligente che mi vergogno anche di dirti queste cose della mia gioventù. Oggi il mondo è diverso, soprattutto quello del calcio…probabilmente dovrei scrivere un libro delle mie memorie giallorosse….e se così fosse, la mia dedica sarebbe per te.

    • Caro Attilio, ti ringrazio davvero tanto per la stima! Ci tengo a ringraziarti anche per ogni volta in cui hai deciso di condividere i tuoi ricordi qui. Le parole risultano sempre manchevoli per chi le scrive, e per questo immagino che, dal tuo punto di vista, la pagina scritta sia forse troppo limitante per raccontare certe emozioni, ma ti assicuro che leggendoti trapela molto ed è sempre bello leggere di qualcosa che non si è vissuto ma di cui, per qualche motivo, si prova nostalgia. Grazie mille!

      Rispondi
  3. La Roma ha cercato il primo goal con una certa insistenza e poi ha provato a gestire la partita come già fatto con la Sampdoria.
    La paura per il campo sintetico ha probabilmente portato il tecnico e i giocatori a utilizzare una tattica preservativa dopo il goal: pochi scatti e gestione del risultato. Fino al secondo tempo questa tattica ha funzionato: il Bodo, pur esercitando una buona pressione, non aveva praticamente mai trovato lo specchio della porta.
    Però, come avevo scritto per la gara contro la Samp, la Roma non ha gli interpreti per permettersi di gestire un vantaggio minimo senza correre rischi: l’ultima volta è andata bene, oggi no.
    Rui legge malissimo un tiro centrale e non troppo potente, correndo dalla parte opposta della porta e non riuscendo poi a correggersi. Non ho mai giocato in porta, ma a me non è sembrato di vedere una traiettoria particolarmente insidiosa, e mi pare che il nostro portiere abbia concesso il pareggio su un tiro non irresistibile.
    Vina entra per fare una serie di errori che portano alla sconfitta. Gioca con troppa foga, come chi sente il bisogno di dimostrare qualcosa. In ritardo sul pallone, fa finta di difenderlo per chiudere l’accesso all’avversario. Queste cose le fai quando hai l’avversario alle tue spalle, non davanti!
    Infine Abraham. Gioca una buona partita e i pochissimi che ormai frequentano questo forum sanno che l’ho sempre trovato un giocatore estremamente promettente. Per diventare un campione, però, gli manca ancora la capacità di segnare certi goal. Ieri fa un movimento bellissimo per smarcarsi in area, ma poi non segna. Ruba la palla al portiere e non riesce a buttarla dentro. La posizione era angolatissima, certo, ma è proprio questo che distingue i giocatori forti dai campioni: Vieri in carriera segnò un goal da una posizione ancora più complicata. Sono contento del campionato del ragazzo e l’ho spesso difeso rispetto ad Alex che lo ha spesso criticato, ma vedo che gli manca quel guizzo in più per diventare un vero campione. Ha ancora la possibilità di diventarlo e ovviamente spero che la colga.

    Infine, continuo a pensare che all’Olimpico vinceremo, ma mi preoccupa il fatto che i goal fuori casa non abbiano lo stesso valore di prima. Loro si chiuderanno a riccio e servirà una Roma concreta, concentrata e completa per farcela. Aspettiamo giovedì per dire che la stagione è finita!

    Rispondi
  4. Tre partire contro i semisconosciuti del Bodo e 10 gol incassati. DIECI GOL!!!
    Non ho detto Barcellona o Real Madrid, ho detto Bodo.
    C’è altro da aggiungere?
    Squadra scarsa e moscia, allenatore da pensione, cambi assurdi, giocatori che neanche in serie C (leggasi Vina).
    Gli unici due che hanno giocato decentemente li ha sostituiti per far entrare due nullità.
    Poi non criticatemi se scrivo che la stagione è un fallimento.
    Se c’è una squadra che merita di passare il turno è il Bodo e spiace dirlo.
    E finiamola con l’illudere i tifosi che “tanto al ritorno passiamo noi”.
    Alla vigilia dicevano che hanno venduto parecchi giocatori e che mancava Solbakken… figuriamoci se c’erano! Finiva con un altro 6-1.
    Solo vergogna.

    Rispondi

Lascia un commento