Gazzetta dello Sport, A. Pugliese – D. Stoppini
Ieri é tornato per la prima volta a Roma da calciatore. Di un club romano, per intenderci, nello specifico giallorosso. Già , perchà© nel suo trasferimento dal Manchester City alla Roma Aleksandar Kolarov dalla Capitale non ci era ancora mai passato, raggiungendo la truppa giallorossa direttamente in America, da Houston a Boston. Ieri lo ha fatto ed a dispetto di chi pensava che qualcuno lo avrebbe contestato per il suo passato biancoceleste, il serbo é stato invece tra i pi๠acclamati. Merito delle prestazioni offerte proprio negli Stati Uniti contro Tottenham e Juventus e merito soprattutto suo, di Kolarov, che sembra aver già convinto un po’ tutto e tutti.
IN POSITIVO – Kolarov é uomo di campo e sa che presto qualcuno che gli rinfaccerà il suo passato alla Lazio ci sarà di certo (proprio come nei giorni della firma). Intanto, perà², si gode i primi passi in giallorosso, esattamente come la Roma si gode le sue accelerazioni. A conti fatti, nella tournà©e americana (conclusa ieri con il rientro nella Capitale, per la truppa di Di Francesco ripresa fissata gioveda) é stato probabilmente il migliore: corsa, sovrapposizioni, assist e quel calcio pulito e secco che ha già fatto capire come dal suo piede possano nascere tanti pericoli.
CI SIAMO – E se la fascia sinistra é stata sistemata con un colpo d’istinto di Monchi su Kolarov, il centro della difesa é invece ancora dentro i ragionamenti che il d.s. farà da qui in avanti con il tecnico Di Francesco. L’esigenza di mettere nel motore Roma un altro centrale sarà verificata, come pure – al netto delle parole ufficiali – la posizione di Manolas, che fino al 31 agosto va comunque considerato in bilico. In entrata il nome intorno al quale pi๠di tutti Monchi si é focalizzato nel recente passato é quello di Rodrigo Caio, brasiliano del San Paolo con passaporto italiano. Ha una clausola di 18 milioni, con 15 puಠpartire. Ma occhio pure ad altri due nomi: il belga Engels (Bruges) e il tedesco Kempf (Friburgo). La priorità resta perಠil discorso legato all’esterno destro d’attacco. Mahrez é diventato un romanzo, a metà tra chi annuncia visite mediche per gioveda – voce diffusa da BeIn Sport ma smentita seccamente sia dalla Roma sia dal Leicester – e un Monchi che, appena atterrato a Roma da Boston, si nasconde dietro un «non posso parlare». Da Leicester fanno sapere di trattativa non vicina alla chiusura. Di pià¹: rispetto ai giorni scorsi, la Roma non sarebbe pi๠da sola, nella corsa a Mahrez si sarebbero inserite altre squadre. Messaggio per forzare la mano della Roma verso una terza offerta? Possibile. Di sicuro c’é che Mahrez lascerà il Leicester – difficile ricucire con chi a fine maggio ha dichiarato pubblicamente la sua voglia di partire –, come certo é che il club inglese vuole farselo pagare. Ma dalla prossima settimana si entrerà in clima Premier League (l’esordio del Leicester é fissato l’11 agosto). Ergo:sono giorni decisivi. E in questo senso va letta la forzatura mediatica del club inglese, che ieri ha scelto proprio Mahrez come testimonial della terza maglia. Schermaglie, Monchi ci crede. Le alternative – Berardi e Suso su tutti – sono in secondo piano. Restare sintonizzati, please.