Baldini introduce la conferenza stampa:
“Con De Rossi è stato raggiunto un accordo per 5 anni con un compenso lordo di 10 mln lordi, quindi 5,5 netti. Non ci sarà nessuna clausola rescissoria. Inoltre c’è un accordo con il calciatore di sfruttare il 50% dei diritti di immagine”.
Quale è stato il motivo per cui hai accettato un rinnovo con la Roma?
“Mi ha spinto questa squadra, questa città e questa gente. Ho bisogno della Roma per giocare a pallone come voglio io”.
A cosa era legata la tua indecisione? Quanto l’arrivo di Luis Enrique ha modificato queste cose?
“Lo scorso anno sentivo che l’amore da parte dei tifosi nei miei confronti era leggermente calato. Non ero visto più come un giocatore forte e avevo le mie responsabilità. Io resto qua se sono ben voluto e se mi sento a casa mia. Per quello avevo pensato ad altre soluzioni. Mi affascinava confrontarmi su più palcoscenici. Ho parlato con altre squadre, non è un segreto. Volevo vedere se ero forte ad alti livelli ma ci provererò da qui. Il mio amore per questa squadra va al di là di dirigenza. Devo ricordare che Luis Enrique è stato fondamentale: mi ha riacceso la voglia. E’ l’allenatore migliore con cui sia mai stato sotto ogni punto di vista. Ogni suo atteggiamento mi trova sulla sua lunghezza d’onda. Per me è importante”.
Si è parlato molto della clausola che non ci sarà. Quando hai parlato con il tuo procuratore cosa hai chiesto?
“Non volevo fare sconti sul contratto economico. L’ho chiesta dal primo giorno e non è cambiata oggi. La clausola è stata avanzata dalla società e ci avevo pensato anche io ma avrebbe stonato parecchio nel mio rapporto con la gente di Roma”.
Tu e Totti casi unici in Europa, può avere valore questa scelta?
“Siamo stati fortunati perché abbiamo trovato ambienti positivi. Più che in società sono state famiglie: prima i Sensi e ora questa che, con differenze nette, è un’atmosfera positiva. So cosa vuol dire rimanere alla Roma e non cogliere certe possibilità a livello professionale. E’ una scelta di cuore ma anche di testa: non resto per fare il turista visto che credo che questo sarà un progetto vincente”.
Cosa risponde ai soci che non erano tutti convinti del suo rinnovo?
“Li convincerò sul campo. A Roma si parla sempre, sarebbe monotono se tutti fossero d’accordo”.
In 5 anni dove pensi che la Roma possa ragionevolmente arrivare?
“Voglio che questo sia l’unico anno in cui partiamo in seconda linea. Quest’anno non era pensabile di poter competere con le più forti. La squadra è giovane e penso che in 5 anni si possa tornare a lottare per uno scudetto”.
Cosa ti è mancato in quei due anni in cui non eri al massimo?
“Qualcosa è mancato soprattutto lo scorso anno. Sicuramente quest’anno c’è stato un miglioramento, ho fatto la preparazione e mi sono messo in testa di voler zittire quanti dicevano che ero in calo. A livello tattico ho trovato un allenatore che mi valorizza veramente tanto. Gioco in un ruolo che io amo. Mi piace toccare tanti palloni ed essere la causa delle vittorie”.
Baldini ieri ha provato lo stesso fastidio di qualche anno fa relativamente ai commenti della Juventus per giustificare un rigore non dato?
(Baldini) “Non vorrei fare una conferenza che riguardi altro. Ma l’atteggiamento della Roma quest’anno in proposito è evidente. Non vogliamo parlare degli arbitri”.
La Roma deve migliorare a livello tecnico o tutta la struttura Roma deve fare un passo avanti?
“Si deve migliorare tutti insieme. Va sottolineata la pazienza dimostrata che ci sta molto vicina. Ieri è stata la prima grande prova di crescita. A Roma spesso ci si divide in tifosi degli americani e tifosi dei Sensi. Tutto questo distoglie l’attenzione dalla Roma. Quando si perde gli americani non hanno una lira, quando si vince “te lo avevo detto che questo progetto è grande“. E questo succedeva anche con i Sensi. Noi giocatori dobbiamo crescere a livello tattico e di esperienza. Ma questo riguarda il quotidiano”.
Baldini: c’è chi parla di vuoti di potere e organizzazione in questa nuova società. Cosa c’è dietro l’enourage americano?
“L’idea di fare il calcio in un certo modo. Vogliamo fare un calcio che sia bello prima e vincente poi. Il fatto che Daniele abbia firmato vuol dire che con tutte le richieste che aveva, e gli voglio rendere onore e un po tirargli le orecchie, perchè quando dice che il contratto era quello che aveva chiesto all’inizio non è vero. La clausola aveva la funzione di trovare un equilibrio. Ognuno usa le armi negoziali che ha a dispozione. Alla fine ha avuto ragione lui ma sono contento che sia così. Ho potuto verificare con mano che tra le tante squadre prestigiose che hanno presentato offerte dimostrano che lui non abbia firmato per denaro. Credo che anche lui abbia percepito che ci sia la possibilità di vincere pur restando a Roma”.
Totti quanto è stato fondamentale in questa scelta?
“Mi ha lasciato sempre tranquillo. Si può essere felici e molto anche a Roma e credo che io, pur senza battere tutti i record, perchè credo sia per sempre irragiungibile, fare il suo percorso ed essere ancora l’uomo più amato io ci metterei una firma. Lui ha uno scudetto che a me manca, che è la vera spinta che ho, non nei suoi confronti, ma nei confronti della mia carriera. A Roma si può essere grandi senza scudetti o medaglie, ma ho una grande voglia di mettere qualcosa in bacheca”
Baldini si può dire l’entità della clausola di cui si era parlato?
“Parla dell’entità di una cosa che non c’è non mi sembra il caso. Se ne è parlato ma con cifre diverse da quelle che sono circolate, normalmente più alte”
Daniele hai avuto delle garanzie dalla società?
“Sì mi hanno elencato gli obiettivi e i traguardi che volevano raggiungere, ma è normale che sia così. Mi hanno convinto non solo con le parole. Ho parlato anche con il presidente quando è venuto dall’America, anche se non ho capito ancora quale sia il presidente (ride, ndr).”
Il vero problema alla chiusura di questa trattativa è sembrato essere il tuo procuratore. Si è giunti alla firma perché hai deciso tu?
“Mi fa piacere questa domanda. E’ una delle follie che è uscita fuori su giornali e siti. Il mio procuratore fa le mie voci, e che sia di Pistoia e non sia tifoso della Roma e che a livello professionale mi potesse consigliare anche altre opportunità ci può stare. Ma ha sempre sposato la mia volontà.”
E’ vero che la vecchia società ti aveva proposto il rinnovo?
“Sì, alla fine del primo anno di Ranieri quando si lottava per lo scudetto: la Sensi mi chiamò e mi disse che voleva farmi il contratto. Non ero il momento perché ci stavamo giocando lo scudetto. Ci eravamo accordati per parlarne la stagione dopo. Poi sono uscite fuori problematiche oggettive, ostacoli economici e formali. Non sono andato a chiedere il rinnovo in quel particolare momento perchè non sono fatto così. Non nascondo che un pizzico di potere io l’abbia esercitato. Adesso sto meglio, anche a livello di umore. Questa conferenza era prevista a prescindere dalla partita di ieri, sia se si vinceva o perdeva. L’accordo era stato raggiunto 3-4 giorni fa. Abbiamo voluto aspettare la partita con l’Inter che era importante. Mi sento molto meglio. Sono triste se non gioco”.
Baldini c’è una programmazione specifica sullo sfruttamento dell’immagine di De Rossi?
“Questo sfruttamento del 50% è volto proprio al raggiungimento di vantaggi economici. Questo è il compito del direttore commerciale che si è insediato da poco. Troveremo il modo di sfruttarlo”.
Durante la trattativa una parte della tifoseria si è un po’ allontanata. Ti senti di doverla un po’ riconquistare?
“I tifosi li ho sempre sentiti vicini. Non tutti sanno sempre come vanno le cose. Per me questo era l’ultimo contratto e quindi è ovvio che aspiravo al massimo. La società era contenta delle mie prestazioni. E’ impossibile trovare una bandiera che giochi gratis, sarei il primo ad andare a stringergli la mano. E’ giusto che i tifosi dicano quello che vogliono. La partita di ieri contro l’Inter è stata una delle migliori che abbiamo fatto. E’ una squadra giovane in tutto, perciò chiediamo pazienza. E’ un anno di assemblamento, dobbiamo trovare consapevolezza senza però rinuciare ad arrivare il più in alto possibile”.
Il rinnovo può essere uno spot contro le fughe dei talenti dall’Italia?
“La fuga dei cervelli… (ride ndr). Ogni giocatore ha mille motivazioni diverse. Non ho mai capito i tifosi quando fischiano i giocatori che sono andati via. O quando dicono ‘traditori’ a Mexes o Aquilani. Io ho fatto una scelta che va al di là del patriottismo o dell’affetto per il calcio italiano. Andare via sarà sempre di moda perchè all’estero ci sono grandi squadre”.
Dopo la partita di ieri la Roma non ha la possibilità di arrivare subito in alto?
“E’ quello che spero. L’obiettivo della Roma è arrivare più in alto della Lazio, del Napoli, dell’Inter o dell’Udinese”.
In questi mesi ti ha cercato qualche squadra italiana? L’avresti presa in considerazione?
“Sì, mi hanno cercato e nonostante per me fosse un onore, perchè sono squadre che fanno le cose come si deve e lo dimostrano, ho sempre risposto che sarebbe stata la mia ultima scelta, non per snobbarli ma per un discorso di rispetto. Cose in cui credo ancora: andare a giocare con un’altra italiana non andava d’accordo con quello che sono io”.
Sei uno dei pochi giocatori al mondo capace di leggere in anticipo le azioni. In fase di trattativa ti è stata evidenziata questa caratteristica?
“Si è parlato di quello che Baldini e Sabatini pensavano di me, la mia importanza in questa squadra, ma senza entrare nei dettagli delle caratteristiche. Vogliono che io sempre più importante e responsabile per questa squadra”.
Sei favorevole o meno ad una pausa invernale per il campionato?
“Il buon senso è la cosa più importante e utile quando si stilano i calendari. Io sono molto affascinato dalle partite alle 3 di pomeriggio. Mi ricorda un calcio che vedevo da ragazzino. I derby di Balbo, Fonseca e Cappioli. Il calcio è pagato anche con i soldi della tv. Non dico soste, ma nei periodi più freddi, giocare alle 3 oltre che più affascinante lo trovo anche più intelligente”.
Cosa non ti ha convinto del progetto delle altre squadre?
“I progetti delle altre squadre mi convincevano eccome! (ride ndr) Mi sento di ringraziare allenatori e dirigenti che si sono esposti pubblicamente. Quando posso per quelli esteri faccio anche un bel tifo per loro. L’importante è che mi abbia convinto il progetto della Roma”.
Ora il coltello dalla parte del manico ce l’ha la Roma. Tra due tre anni se fosse la Roma a dirti che non fai più parte del progetto?
“Uno lo mette in preventivo. Certo mi devon cacciare via! Ma ci può stare, l’età passa, il fisico può avere problemi. Non è facile parlare di quelo di che succederà tra tre anni. Io il parassita a Roma non posso farlo”.
L’importanza di Pallotta a Roma lo scorso mese quale è stata?
“MI ha fatto una buonissima impressione. E’ una persona ambiziosa, vuole vincere qui, non vuole perdere tempo, sapete tutti cosa ha fatto. Lo stesso quando ho parlato con DiBenedetto e gli altri soci. Ma il merito della trattativa va dato anche a Baldini, Sabtani e Fenucci. Li ho visti tutti i giorni mentre Pallotta solo due volte. Sicuramente è stato convincente ma aspetterei a dargli tutti i meriti”.
Baldini, può ripetere i dettagli del contratto?
“Le condizioni prevedono 5 anni di contratto per un ingaggio anno di 10 milioni lordi, che corrispondono circa a 5,5 milioni netti con una serie di bonus legati a presenze del giocatore e traguardi dela squadra. Non c’è nessuna clausola e abbiamo raggiunto un accordo per la gestione del 50% dei diritti d’immagine del giocatore”.
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