Guardando bene, fra la Via Emilia e il West si possono trovare tante cose. Cantautori mai banali (Guccini e i suoi fratelli), poeti un po’ beffardi (Tassoni e i suoi eredi) ed anche pistoleri del gol dall’aria spavalda. Il bello, però, è che basta percorrere la prima trentina di chilometri per riattizzare fuochi mai spenti.
È sufficiente infatti muoversi tra Bologna e Modena per venire catapultati in rivalità secolari che nel calcio, manco a dirlo, hanno trovato terreno fertile.
Nessuna sorpresa, perciò che Luca Toni— modenese di Serramazzoni (a Pavullo ci è solo nato, causa presenza ospedale) — quando vede il rossoblù pensi un po’ anche alla storia che gli pesa sulle spalle. Anche quella strettamente privata, visto che l’attaccante è cresciuto proprio nelle giovanili del Modena ed in gialloblù ha fatto anche il suo esordio nei campionati professionistici. Dal 1994 al 1996 ha messo insieme 32 presenze e 7 gol in campionato.
Quanto basta per metabolizzare quel derby emiliano che cova sotto la cenere di due categorie diverse. Non a caso, Toni ha già segnato a Bologna con tre maglie (Vicenza, Brescia e Palermo) assestandosi a quota 5. Potete avere dubbi che, guidando una Roma a caccia di scudetto, voglia non perdere l’abitudine? Ogni 100 minuti D’altronde, i numeri sono dalla sua parte visto che, da quando veste il giallorosso, segna in media un gol ogni cento minuti circa. L’ultimo, quello che sabato ha aperto le danze contro l’Udinese.