“Il nome dell’attaccante che stiamo seguendo non è ancora venuto fuori e siamo contenti di questo”. Non più tardi di venti giorni fa, quel mattacchione del Mister provava a divincolarsi fra le domande incalzanti dei giornalisti, nel tentativo di mischiare le carte in tavola. Ed ora che Luca Toni diventa l’ipotesi più plausibile, guarda caso, proprio il nome più ricorrente, ci tocca salutare con un sorriso simpatico quella logica del depistaggio che, tutto sommato, fa parte dei ruoli. Del resto, nel medesimo pentolone vanno riposte le ultime resistenze del procuratore Tullio Tinti; anche lui, nell’esercizio della sua professione, si adopera per scippare l’euro in più. Non è questo che mi affligge. Non faccio pronostici sul possibile arrivo del bomber azzurro, così come, peraltro, preferisco astenermi dal giudizio personale sulle qualità dell’atleta. Sarebbe ingeneroso ridimensionare l’importanza dell’eventuale acquisto (acquisto?), ma sarebbe altrettanto temerario esaltarsi prematuramente. Piuttosto, una considerazione vorrei farla in ordine all’aspetto commerciale dell’operazione. Arriva Luca Toni e qualcuno andrà via. Baptista, ad oggi, la soluzione più gettonata. Il calciatore verrebbe ceduto, probabilmente, a titolo definitivo. Il realizzo filerebbe spedito in quel buco ereditato dalla mancata partecipazione alla Champions 2009 -2010, che, secondo i bene informati, rivendica ancora il diritto ad una quindicina di milioni. Qualcosa di simile è successo anche in estate: Aquilani via per sempre e Burdisso in prestito. Manca, nell’operazione Toni, la fissazione del prezzo di riscatto. Questo è il vero problema. L’entourage del giocatore fa sapere che il Bayern, dall’alto degli 11 milioni spesi qualche anno fa per assicurarsi il calciatore, non intende perderlo definitivamente ed ha come unica esigenza quella di placare la tempesta all’interno di uno spogliatoio in fermento, in attesa che gli eventi evolvano. A giugno potremmo ritrovarci senza la “Bestia” e verosimilmente, ancora una volta, senza l’attaccante di peso. Dunque, una soluzione tampone, tutta incentrata sull’alea del quarto posto in classifica, con la prospettiva di tornare sul mercato in periodo di vacche grasse. Se le cose andranno bene, avranno avuto ragione loro e tireremo tutti un sospiro di sollievo, facendo alla dirigenza i più sinceri complimenti per la lungimiranza. Diversamente, sentiremo nuovamente parlare di cessioni strategiche, di situazione difficile e molto probabilmente, di Angelini. Non bisogna pensare sempre al peggio, è vero, ma da tifosi scottati, facciamo una fatica tremenda a dormire sonni tranquilli al cospetto di una gestione societaria modello Snai.