NAPOLI, 31 DIC – Il contesto era «nebbioso, poco trasparente». Ecco perchè la scelta di mettere in atto il rimpasto, già nel maggio scorso, «per innalzare il livello morale e professionale della giunta». Parla con i giudici, il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo e ricostruisce con dettagli, espressioni, delusioni un terremoto che nei corridoi del Comune di Napoli era già iniziato mesi fa e che ora è venuto allo scoperto. Parla della vicenda Romeo, del ruolo dei suoi assessori. Cita anche Giorgio Nugnes, ex assessore che si è suicidato forse proprio per timore di questa inchiesta. «Il suicidio di Nugnes lo leggo come un sussulto di dignità che probabilmente sarebbe mancato ad altri», dice la Iervolino. Il sindaco parla anche di altri assessori: Romeo aveva rapporti solo con quattro uomini di Giunta, che il sindaco – salvando il solo Felice Laudadio – non esita a definire «sfrantummati», ossia incapaci, smidollati. E così la vicenda Romeo prende sempre più forma, nelle dichiarazioni rese ai magistrati dalla Iervolino, ma anche da Francesco Rutelli. L’ex leader della Margherita ammette, come già fatto dallo stesso imprenditore oggi in carcere, che Romeo ha finanziato il partito e non è stato l’unico a farlo. «Non escludo, anzi ritengo che possa essere verosimile che Romeo possa aver finanziato il partito», ha detto Rutelli nelle dichiarazioni spontanee rese lo scorso 17 dicembre. Ma i finanziamenti erano tutti legali. Ambienti vicini all’ex presidente della Margherita fanno notare come «i brani riportati dalle agenzie siano, per quanto corretti, solo parziali». Ad esempio «le espressioni relative al finanziamento della politica non vanno riferite alla Margherita. Rutelli, piuttosto, si era riferito alla recente campagna elettorale americana in cui Obama ha raccolto quasi un miliardo di dollari. Quello che conta, aveva detto Rutelli, sono l’onestà e la trasparenza». «La Margherita ha sempre agito con totale correttezza ed assoluta trasparenza, regolarmente registrando tutti i contributi ricevuti», ricorda oggi Luigi Lusi, senatore del Pd, già tesoriere nazionale della Margherita. «Nessun finanziamento illecito è mai pervenuto alla Margherita da Romeo o da nessun altro cittadino o società – sottolinea Lusi – Contributi da aziende riferibili al dott. Romeo sono pervenuti, in maniera assolutamente trasparente, registrata e dichiarata, sotto forma di contratti pubblicitari in occasione delle Feste estive della Margherita». Rutelli parla anche del parlamentare Pd, Renzo Lusetti, indagato nell’inchiesta sugli appalti Romeo, una «persona molto esuberante»: «Intendo dire che, da classico uomo di partito, andando magari al di là a volte di ciò che è la realtà, è portato a riferire cose che in alcune occasioni sono ancora molto aleatorie». Ma è soprattutto la Iervolino a ricostruire la scena di tutto. Nega che Romeo rivestisse un ruolo di consulente globale del Comune di Napoli: «Aveva rapporti con quattro soli assessori, tre dei quali non esito a definire ‘sfrantummatì» e cioè incapaci, smidollati. Ricorda, la Iervolino, quando conobbe Romeo, nell’autunno 2001: «Si presentò come gestore del patrimonio, nel Natale di quell’anno giunse alla mia segreteria particolare un rotolo di cachemire di Rubinacci». La Iervolino non lo accettò. Poi, la delibera Global Service, il suo stop dettato dall’ennesimo dubbio del sindaco. Se il capitolato relativo all’appalto Global Service per la manutenzione delle strade «non fu approvato era perchè c’erano già i primi sentori dell’indagine in corso», ammette. «Quando nell’attuale consiliatura, a gennaio 2008, si giunse alla delibera di approvazione del progetto Global Service – ha raccontato ai magistrati – e appreso delle prime indagini che la procura stava svolgendo (erano venuti a sequestrare atti negli uffici del comune) io mi allarmai, volli vederci chiaro per prevenire qualsivoglia ipotesi di combine».