Finalmente, a distanza di ben 5 anni, verrà chiuso il capitolo Calciopoli e verranno “tagliate” molte teste. Stasera, infatti, verranno emesse le sentenze di primo grado per i 24 imputati. Per Luciano Moggi, che qualche giorno fa aveva avuto modo di parlar male di Baldini, la procura chiede 5 anni e 8 mesi di reclusione. Chiesti 5 anni per l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, 4 anni e sei mesi per il collega Pierluigi Pairetto e tre per l’ex arbitro Massimo De Santis.
L’avvocato di Luciano Moggi, Paolo Trofino, come sempre si è appellato al “cosi fan tutti” nell’arringa davanti ai giudici: “Quella sentenza (condanna per Girando, ndr) non tiene conto che quel mondo non era perfetto e che Moggi non era un diavolo in un mondo di angeli”. Il legale di Moggi ha duramente contestato l’impianto accusatorio: “In questo processo sono state commesse nefandezze straordinarie con telefonate che sono state occultate. La Juve ha sottolineato il legale dell’ex direttore generale bianconero – è l’unica squadra per la quale c’è la prova in questo processo che è stata danneggiata in una partita per l’intervento dell’allora presidente della Figc”.
In Italia molte persone ancora si azzuffano per difendere Moggi e la sua cricca anche davanti all’entità dei fatti. Sciorinare il troppo facile “Se cosi fanno tutti allora la colpa non è di nessuno” significa parlare di un altro mondo, un altro sport (che non esiste). Purtroppo per questi soggetti è stato fatto veramente troppo poco: per 10 anni e più di calcio che ci hanno derubato probabilmente gli verranno regalati due o tre annetti. Si, magari verranno anche radiati dal mondo del calcio ma in che modo? In ogni caso il Moggi di turno sarà sempre consulente “gradito” ai vari Bologna e Messina, a squadre deboli che pur di raccattare qualcosa si venderanno anche a situazioni illecite.
Ed intanto Moggi parla ancora in TV. E’ la star. Chissà se tutto questo fosse accaduto in una serie minore. Forse Moggi manco sarebbe rimasto più in Italia. Chiudendo con una citazione: “La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale di altri”.