Mourinho non è soddisfatto con la sua squadra e si vede lontano un miglio, addirittura punta il dito sul fattoche i suoi non meritavano una qualificazione cosi tranquilla ma a detta sua dovevano conquistarsela all’ultima gionata.«È stanchezza psicofisica che i giocatori si portano dietro dalle partite con le nazionali e da quella di sabato, e si è visto perchè molti avevano le gambe pesanti e la testa lenta», spiega Mourinho ammettendo di non essersela sentita di stravolgere la formazione con cui aveva battuto i bianconeri. «Comunque – ammette – se avevo visto qualche segnale di calo e non sono riuscito a trascinare la mia squadra a fare una gara diversa, sono colpevole e responsabile della sconfitta». Il risultato, riconosce Mourinho, è stato un gioco troppo lento che non si è sbloccato nemmeno quando nella ripresa ha inserito Quaresma e Balotelli per dare ampiezza all’azione. Il succo, dice, «è che non eravamo concentrati e carichi». Ora bisogna guardare avanti alla sfida contro il Werder Brema, dove i nerazzurri si giocano il primato del girone. «Non so se arrivare primi è meglio che secondi, perchè si rischia di incontrare altre squadre come Chelsea, Real Madrid o Liverpool. Ma, per la mia essenza, vado lì per vincere», assicura il tecnico che attende una grande sfida agli ottavi per testare la mentalità dell’Inter: «Questo non era un un girone facile, ma ci serve giocare contro un avversario che fa paura, una squadra tosta contro cui vivere tensioni ed emozioni sotto pressione, in un San Siro pieno». Già, anche il colore dello stadio ha la sua importanza e Mourinho non può che ammettere che questa volta è stato «molto freddo. Forse il girone non ha dato tante motivazioni ai tifosi, ma spero che domenica contro il Napoli rispondano in un altro modo».