“Per la griglia di partenza metto in prima fila il Milan, affiancato dall’Inter. Poi Juventus e Napoli in seconda, in terza la Lazio accanto alla Roma che resta un’incognita. Fiorentina e Palermo tutte da scoprire. Sulla Roma, adesso non sono in grado di fare una valutazione precisa. Bisogna capire le reali intenzioni della nuova dirigenza americana. Ci sono campioni come Totti e De Rossi nell’organico, è vero, hanno preso un grande portiere e c’è Lamela che è tutto da scoprire. Non mi sento, tuttavia, di anticipare giudizi. Ad oggi la Lazio mi ispira più fiducia. Totti non ha causato le mie dimissioni. A Roma per un romano è difficile allenare. Le pressioni, che già di solito sono esaperate, raggiungono l’eccesso. Nel gruppo si era creato un clima che mi ha portato per il bene della Roma e di me stesso ad andare via. Totti non c’entra. E’ un bravissimo ragazzo e generoso, che fa beneficenza senza clamore. Però è romano, non so se mi spiego. Gli attuali dirigenti lo hanno definito pigro e sono d’accordo. A volte non si allenava con i dovuti ritmi da lunedì a sabato ed era questo il motivo per cui andava in panchina. Resta però il giocatore più grande che abbia allenato. Al Barcellona o al Manchester avrebbe vinto parecchi palloni d’oro. Le differenze tra Lampard, Totti e Del Piero? Frank si è fatto avanti con il sacrificio. Del Piero, dopo un allenamento duro, continuava a chiamare compagni e a giocare, tirare in porta, provare punizioni e rigori, impegnando i portieri. Totti invece se ne andava subito. Se gli chiedevi uno sforzo supplementare, prendeva il pallone e ti diceva “lo metto là”, in una zona della porta, e poi rientrava negli spogliatoi. Francesco è stato il più bravo, ma Lampard e Alex hanno un carattere forte“.
Intervista clamorosa di Claudio Ranieri a “La Gazzetta del Sud”.