Esulta e sorride Vincenzo Montella, è la prima volta da quel 21 febbraio, giorno in cui è stato promosso in prima squadra.
«A gara conclusa, ho sentito qualcosa dentro di me. E’ stata una gioia particolare. Sono fiero di questi giocatori». L’emozione di quei ultimi 10 secondi è ancora viva, gli trema la voce: «Visto, anche noi siamo da Champions».
Ha festeggiato in campo con i giocatori, lui che giocatore è stato fino pochissimo tempo fa, e con loro ha portato in trionfo Francesco Totti, capace di raddrizzare una partita che può valere più di una stagione.
E’ per il capitano il primo e più caloroso abbraccio: «Ci ha abituati a vederlo giocare alla grande da centravanti, anche se poi anche Borriello, nell’azione decisiva, si è portato dietro due avversari. È tutto merito suo se Francesco sta facendo questo. Con lui e senza centravanti, gli altri si esprimono meglio»
Quel rigore che sembra non entrare mai, «Prima della partita sentivo che, non so perché, ci avrebbero dato un rigore e che Francesco lo avrebbe segnato». Preveggenza fortunata o sensazione di avere il campione dal talento più limpido in forma smagliante? perchè Vincenzo non ha mai pensato di togliere il capitano, anche quando davanti facevano tutti cilecca: «Non avevo intenzione di togliere lui, perché Mirko era stanco, avendo speso molto. Con Borriello cercavo la profondità mentre Francesco si infilava bene tra le linee. Anche Marco ha dato un grosso contributo».
Onesto Montella, la vittoria è arrivata anche con una grossa dose di fortuna, perchè giocare sempre e solo un tempo è sempre un grande rischio: «Nella prima parte non abbiamo lasciato spazi. Nel secondo tempo le squadre si sono allungate, c’è stato più spettacolo anche se gli allenatori non saranno contentissimi di questo. Quasi mai riusciamo a tenere la stessa intensità e qualità per tutta la partita. Ma quando c’è un secondo tempo con questa determinazione vuol dire che il gruppo c’è, anche nei giocatori che giocano meno. E’ un gruppo vero, che vuole togliersi soddisfazioni».