Rassegna Stampa – Corsport – Una dozzina, secondo il Financial Times; ventitré, secondo Affariitaliani.it. Considerato che ormai ci avviamo verso Natale, la vendita della Roma comincia ad assumere i caratteri di una vera e propria tombola, con numeri che circolano, si moltiplicano, si gonfiano ma non sembrano ancora prefigurare uno scenario conclusivo. Certo è significativo che ieri, contemporaneamente all’ufficializzazione dell’acquisto del Liverpool da parte del patron dei Boston Red Sox, l’autorevole quotidiano finanziario abbia deciso di dedicare un servizio piuttosto ampio alla vicenda della Roma nella prima pagina del supplemento dedicato alle società e ai mercati per dare conto del le manifestazioni di interesse giunte sul tavolo di Unicredit.
STRANIERI – Il dato essenziale che emerge dal servizio di Ft consiste nel fatto che ad interessarsi alla Roma sono stati prevalentemente investitori stranieri. Infatti, la metà delle manifestazioni sono arrivate da operatori che hanno sede legale fuori dai confini del nostropaese. Le nazionalità? Più o meno i quattro cantoni del globo: Stati Uniti, Cina, Russia e India. Chi conosce i meandri del mondo finanziario ritiene che Rothschild, l’advisor che si sta occupando di trovare l’acquirente, si stia adoperando soprattutto negli Usa dove ha radici più profonde e contatti più solidi. Ma l’advisor sa anche che questa è una partita da chiudere al più presto possibile. Novembre dovrebbe essere il mese per la definizione del prezzo e l’individuazione dell’acquirente ed entro dicembre il passaggio di proprietà dovrebbe essere cosa fatta.
A una accelerazione dei tempi è interessata ovviamente Unicredit anche perché, se la situazione dovesse protrarsi, l’istituto di credito sarebbe obbligato a lavorare sul futuro della società, anche sobbarcandosi sacrifici economici. Insomma, una transizione troppo lunga non conviene a nessuno. Le dodici ( o ventitré) manifestazioni di interesse depositate da Rothschild sul tavolo di Giorgio Peluso (Unicredit) sono state vagliate, valutate nella consistenza e nella serietà. Non è un negoziato facile. E non solo per l’avvio non entusiasmante dellastagione giallorossa. A parere del Financial Times, pesa sulle scelte degli investitori il fatto che la squadra non abbia uno stadio di proprietà, sia poco consistente da un punto di vista patrimoniale. Ciò non toglie che, anche secondo il Financial Times, dalla vendita Unicredit possa ricavare tra i 170 e i 200 milioni di euro.
FONDI – Al Liverpool, il vecchio duo americano Hicks- Gillet, è stato sostituito da un altro americano, John W. Henry. Il massiccio interesse che proviene dall’estero anche per quanto ri guarda la Roma conferma che il calcio è diventato un affare globale, che non conosce fron tiere. A muoversi sarebbero soprattutto i fondi sovrani, cioè fondi di investimento controllati direttamente dai governi. E se il Financial Times indica la pista cinese, Affariitaliani. it fornisce anche l’identità degli investitori provenienti da Pechino. Si tratterebbe del China Investement Corporation, un fondo sovrano con una dotazione di duecento miliardi di dollari, cinque dei quali li ha recentemente investiti nella banca Morgan Stanley. Un fondo sovrano è anche l’Abu Dhabi Aabar, azionista anche di Unicredit. E tra gli interessati italiani c’è il fondo Clessidra di Claudio Sposito.